(Adnkronos) – I presidi si mobilitano dopo l’ennesima aggressione registrata, mercoledì 31 gennaio a Taranto, contro un preside picchiato dai genitori di un’alunna. “Una mobilitazione di categoria – annuncia il sindacato DirigentiScuola – per interloquire con il Governo e dire basta alla continua delegittimazione del ruolo professionale e allo svilimento delle funzioni”.
Mercoledì scorso Marco Cesario, dirigente dell’Istituto comprensivo Europa-Dante-Acanfora è stato aggredito, anche con calci e pugni, davanti all’ingresso della scuola da una coppia di genitori di una alunna. L’uomo ha dovuto far ricorso alle cure dell’ospedale. Anche una insegnante, con la quale era probabilmente iniziata la discussione, è stata colpita in modo energico.
“A Taranto, come poco tempo fa in Calabria, la storia si ripete con elementi sempre nuovi che gettano nello sconforto un’intera categoria che inizia a sentirsi sovraesposta, vulnerabile e costantemente impedita nell’esercizio delle sue funzioni”, afferma in una nota DirigentiScuola. Ed è per questo che – si prosegue nel documento – dopo i primi attestati di solidarietà e di ferma condanna di ogni forma di violenza nei luoghi di lavoro, pensa di andare oltre. Incontrerà presto il direttore generale dell’Ufficio scolastico della Puglia, non solo per rappresentare lo sdegno di un’intera categoria, ma anche per avanzare proposte immediate per porre un freno ai continui attacchi al cuore del sistema”.
“E’ inconcepibile che chi è aggredito sia costretto a ricorrere a cure mediche e chi aggredisce se ne stia a piede libero, in attesa che la giustizia faccia il suo lungo corso. Occorre la certezza della pena sì, ma anche la certezza di misure restrittive immediate, anche di natura diversa da quelle penali, che diano riscontro a una condizione di impunità non più tollerabile. C’è una nuova emergenza sociale, ancorché educativa, da affrontare: lo Stato deve far sentire la sua presenza. Ci facciamo promotori di un’azione sindacale di protesta a Bari, per dare avvio ad una mobilitazione di categoria, per interloquire con il Governo, per dire basta alla continua delegittimazione del ruolo professionale e allo svilimento delle funzioni”.