(Adnkronos) – Quelle sugli scontri al corteo di Pisa sono “immagini mai belle da vedersi, sono rimasto turbato e sono immagini che non piacciono neanche ai poliziotti”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a ‘Cinque minuti’. Quali sono gli esiti dell’inchiesta interna “è prematuro per dirlo. Io credo che per prima cosa dobbiamo affermare il diritto, anche per gli appartenenti alle forze di polizia, di non subire processi sommari”, ha aggiunto il ministro, continuando: “E’ molto importante fare appello a tutti che non ci sia la strumentalizzazione di questi episodi. Non trascinare le forze di polizia nell’agone politico”.
“Il presidente Mattarella ha fatto un riferimento ben preciso sull’autorevolezza delle forze di polizia che si esprime in altri modi, io segnalo oggi un’operazione con 130 arresti di presunti affiliati alla criminalità organizzata: sono queste le situazioni in cui si afferma l’autorevolezza delle forze di polizia”, ha detto ancora, affermando di aver condiviso l’irritazione e la sorpresa del capo dello Stato rispetto a quanto avvenuto durante il corteo di Pisa.
I manifestanti “non hanno collaborato in un caso cercando, a Firenze, di deviare dal percorso preavvisato e concordato con la questura, cercando di andare ad assaltare un obiettivo sensibile, un obiettivo americano su cui qualche settimana prima si era verificato anche il tentativo di un attentato incendiario”, ha aggiunto.
“Nel caso di Pisa non c’è stato neanche un preavviso e, nonostante i contatti da parte della autorità locali nei confronti di alcune persone, che risultavano essere gli organizzatori – ha continuato Piantedosi – c’è stata l’assoluta volontà di sottrarsi a qualsiasi forma di coordinamento e quindi alla possibilità di gestire in maniera ordinata l’evento”.
“Nella maniera più assoluta, è un dato privo di fondamento”, la replica del ministro alle critiche da parte dell’opposizione secondo le quali da parte del governo ci sarebbe una stretta sui cortei.
“Sia a Firenze che a Pisa, gli incidenti sono avvenuti in presenza di manifestazioni in cui i partecipanti hanno tentato di superare lo sbarramento delle forze di polizia a tutela di obiettivi sensibili” ha detto il ministro, a quanto si apprende, nella sua informativa in Cdm.
In particolare, ha aggiunto, a Firenze i manifestanti hanno preavvisato la questura “solo 24 ore prima del suo inizio” e “durante lo svolgimento del corteo, dopo aver acceso numerosi fumogeni e imbrattato un esercizio commerciale, hanno cercato di raggiungere il Consolato Generale Usa, già oggetto di attentato incendiario” il 2 febbraio scorso, “non rispettando quanto comunicato in sede di preavviso in merito al luogo di conclusione della manifestazione” provando “più volte a sfondare il cordone di sicurezza posto a protezione dell’obiettivo sensibile”.
A Pisa, ha aggiunto il ministro, “per la manifestazione non era stato presentato alcun preavviso alla Questura, la quale, avendone avuta notizia, ha cercato più volte di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso ma invano. Gli stessi manifestanti, durante lo svolgimento del corteo, non hanno voluto fornire indicazioni su dove fossero diretti e si sono sottratti ai reiterati tentativi di mediazione da parte di personale della Digos, provando, nonostante gli ammonimenti da parte del dirigente del servizio e la richiesta espressa e ripetuta di non dirigersi in Piazza dei Cavalieri, di forzare il blocco delle Forze di polizia e venendo volutamente a contatto con i reparti mobili”.
E ancora: “Sul caso specifico di Pisa, è in corso una indagine da parte della magistratura per verificare ciò che è accaduto anche grazie alla documentazione messa subito a disposizione, completa di materiale video-fotografico realizzato dalla Digos durante la manifestazione, una prassi consolidata che garantisce sempre la massima trasparenza degli operatori”.
“Le relazioni di servizio e il materiale video-fotografico saranno esaminati dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza per verificare in maniera approfondita quanto è accaduto”, ha aggiunto il ministro.
“Nessuno ha interesse ad alzare il livello di tensione, tantomeno il Viminale che, insieme a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine, ha come prioritario obiettivo che ogni evento si svolga in maniera pacifica”, ha spiegato ancora. “Il governo non ha cambiato le regole di gestione dell’ordine pubblico”, ha spiegato. “I responsabili della sicurezza agiscono sul territorio sulla base di valutazioni fatte sul posto e non seguendo fantomatiche indicazioni da parte delle autorità politiche”, ha poi sottolineato.
“Sono del tutto inaccettabili perché false e strumentali le polemiche sollevate contro il governo con l’obiettivo di accreditare nell’opinione pubblica la narrazione di una presunta strategia tesa a impedire la libera manifestazione del pensiero. Ed è ancor più inaccettabile che per queste finalità di natura politico-elettorale ci si spinga perfino ad attaccare il ruolo e la professionalità delle forze di polizia”, ha continuato, aggiungendo: “Ho condiviso pienamente le parole del presidente Mattarella. Come il Capo dello Stato sono convinto che l’autorevolezza delle forze di Polizia non si nutre dell’uso della forza”.
“Questa autorevolezza affonda nel sacrificio di centinaia di caduti nella lotta al terrorismo e alla criminalità, nella leale difesa delle istituzioni democratiche anche negli anni più bui della Repubblica, nella capacità di accompagnare con equilibrio e professionalità lo sviluppo della società italiana – ha detto – Rimanendo sulle parole del Capo dello Stato, incontrando i sindacati, ho sottolineato anche il precedente richiamo da parte dello stesso presidente contro ‘la intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese’”.
“I fatti di Pisa e di Firenze rappresentano casi isolati e certamente non caratteristici o ricorrenti”, ha poi ribadito il ministro dell’Interno. Piantedosi ha sottolineato che “per un regolare svolgimento di tutte le iniziative va ricordato che è sempre imprescindibile la collaborazione degli stessi manifestanti sia nella fase del necessario preavviso delle iniziative sia durante lo svolgimento delle manifestazioni rispettando le prescrizioni ed evitando comportamenti provocatori o violenti”.
Riguardo alle manifestazioni “per il personale in divisa, tutto questo rappresenta un impegno quotidiano rischioso tanto che, nel 2023, nel corso delle manifestazioni pubbliche, si sono registrati 120 feriti, 31 già quest’anno”.
Incontrando al Viminale i vertici delle organizzazioni sindacali confederali questa mattina “ho espresso la massima fiducia di tutto il governo nei confronti delle forze di polizia. Gli uomini e le donne in divisa sono servitori dello Stato e lavoratori che svolgono un ruolo fondamentale a presidio della sicurezza e della legalità”, ha detto il ministro.