(Adnkronos) –
Israele si sta preparando a un attacco diretto dall’Iran “probabilmente sul suolo israeliano”, nelle prossime 24-48 ore. Lo ha riferito, al Wall Street Journal, un funzionario statunitense citando rapporti dell’intelligence. Secondo la fonte, l’attacco avverrebbe nel sud oppure nel nord del Paese.
Il rapporto del Wsj sottolinea inoltre che ai dipendenti del governo americano in Israele e alle loro famiglie è stato vietato viaggiare in aree al di fuori del centro di Israele, Gerusalemme e Beersheba, evitando il nord e il sud del Paese, fino a nuovo avviso. Il quotidiano americano cita anche una fonte vicina al regime iraniano, secondo cui Teheran non ha ancora preso alcuna decisione definitiva.
“Siamo in allerta, altamente preparati per vari scenari e valutiamo costantemente la situazione. Siamo pronti per l’attacco e la difesa utilizzando varie capacità di cui dispongono le Idf, e pronti anche con i nostri partner strategici”, aveva dichiarato ieri il portavoce delle Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari.
Annunciando che “non vi è alcuna modifica alle istruzioni del Comando del fronte interno”, Hagari ha sottolineato che “un attacco dal territorio iraniano sarebbe una prova evidente delle intenzioni iraniane di aggravare la situazione in Medio Oriente e di smettere di nascondersi dietro i proxy”. “Abbiamo una capacità di difesa a più livelli che si è dimostrata valida durante la guerra, con migliaia di intercettazioni riuscite”, ha aggiunto il portavoce, pur ammettendo che “la difesa non sarà mai ermetica”.
Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha detto al suo omologo statunitense Lloyd Austin che qualsiasi attacco iraniano diretto su Israele porterà a una risposta israeliana proporzionata e ”ha sottolineato che Israele non accetterà un attacco iraniano sul territorio israeliano”, secondo il suo ufficio.
Gli Stati Uniti potrebbero intervenire dal canto loro per aiutare Israele a difendersi da un attacco missilistico iraniano contro il Paese. A dichiararlo sono stati alcuni funzionari, ventilando la possibilità di un confronto diretto non solo tra Iran e Israele, ma anche tra Iran e Stati Uniti. Funzionari statunitensi avevano informato allo stesso tempo l’emittente Al Jazeera, con sede in Qatar, che ritenevano imminente un attacco iraniano come rappresaglia per l’attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco del 1° aprile, e che l’attacco sarà verosimilmente condotto dall’Iran stesso piuttosto che da gruppi che agiscono per procura.
Gli Stati Uniti hanno anche annunciato di aver sollecitato tramite funzionari i ministri degli Esteri regionali a fare pressione sull’Iran affinché dia prova moderazione. Negli ultimi due giorni il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha consultato gli omologhi di Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Iraq e Turchia.
Si è recato anche a Damasco per incontrare la controparte siriana e in Oman, il Paese che più probabilmente fungerà da intermediario per inviare messaggi agli Stati Uniti. Anche il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha parlato con il ministro degli Esteri iraniano e ha esortato Teheran a mostrare moderazione.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato non solo di essere disposti ad aiutare Israele a difendersi da qualsiasi attacco missilistico o di droni iraniani, ma anche di volersi unire ad un’eventuale controffensiva israeliana. Con l’aumentare delle speculazioni in Israele, Iran e Stati Uniti, oggi il Cremlino ha invitato tutti i Paesi del Medio Oriente a mostrare moderazione per evitare che la regione scivoli nel caos. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che non vi è stata alcuna richiesta di mediazione da parte della Russia tra Israele e Iran, anche se l’attacco israeliano al consolato iraniano è una violazione di tutti i principi del diritto internazionale.
Intanto il leader di Hamas nella Striscia di Gaza Yahya Sinwar starebbe ritardando un accordo con Israele sugli ostaggi sperando in un attacco iraniano che intensifichi il conflitto. E’ quanto riferisce l’emitttente israeliana Channel 12 citando proprie fonti a condizione di anonimato.
”Sinwar non ha rinunciato alla sua ambizione di vedere una guerra regionale e ripone le sue speranze in un attacco iraniano e in una risposta israeliana, che potrebbe portare a una ‘unificazione dei vari fronti”’ contro Israele, ha detto il servizio televisivo.