Le Croci di San Giovanni, realizzate dalla Bottega Orafa Paolo Penko, sono state consegnate alle autorità fiorentine dalla Società di San Giovanni Battista. Si tratta di una tradizione recuperata nel 2004 dalla società di San Giovanni Battista che, ogni 24 giugno, nel corso di due distinte cerimonie in Palazzo Arcivescovile e in Palazzo Vecchio, omaggia l’arcivescovo e il sindaco di un’originale opera in argento, frutto della creatività e della maestria dell’orafo fiorentino Paolo Penko e dei figli Alessandro e Riccardo.
Tre le croci realizzate ogni anno: una donata alla Società di San Giovanni Battista, una al Comune di Firenze e una all’Arcivescovado, consegnata a Monsignor Gherardo Gambelli, che proprio questa mattina ha ricevuto l’investitura ad Arcivescovo Metropolita di Firenze.
«L’opera – spiega Penko – è stata plasmata con l’antica tecnica della fusione a cera persa, lavorata con l’antica tecnica del cesoro e impreziosita da due varietà di pietre. Unisce al valore intrinseco un’alta valenza simbolica, costituita da tre immagini iconiche capaci di riassumere le due anime della città: quella civica e quella religiosa. Due elementi rimangono costanti in ogni creazione: una base ottagonale che rappresenta l’attico e il coronamento piramidale del Battistero e il Giglio di Firenze impreziosito dallo stemma della Società di San Giovanni Battista. Il Giglio è sormontato dalla croce, attributo di San Giovanni Battista: è proprio questo il dettaglio che si modifica di volta in volta, per tipologia, tecnica e materiali, prendendo ispirazione dalla lezione dei grandi artisti del passato che, cimentandosi con l’effigie del Battista, ne hanno arricchito l’immagine con infinite variazioni sul tema».
La Croce di quest’anno trae ispirazione da quella che San Giovanni impugna nel polittico “Madonna con Bambino e Santi” di Jacopo Di Cione detto Orcagna, datato 1383 e attualmente collocato nella Chiesa dei SS. Apostoli e Biagio. L’opera della Bottega Orafa Paolo Penko, plasmata in argento con l’antica tecnica della fusione a cera persa, è impreziosita dalla tecnica del cesoro e da nove castoni. La forma stessa della croce è particolarmente ricca: l’incrocio dei bracci è decorato da elementi ogivali che formano un quadrilobo con sferette apicali, in accordo con i terminali trilobati dei bracci della croce e della base bilobata che si innesta sull’asta che la sostiene. Le pietre sono fedeli per colore e forma a quelle rappresentate nel dipinto: 5 ioliti di taglio carré e 4 granati di taglio ovale. Il colore rosso del granato è un chiaro riferimento alla Passione, mentre il colore blu è per la cristianità simbolo della trascendenza e della natura divina.