Nella giornata di ieri, lunedì 26 Agosto, un detenuto ha inscenato una protesta salendo sino sul tetto del carcere di Porto Azzurro, dov’è rimasto a lungo. L’uomo, poco dopo l’ora di pranzo, si sarebbe infatti arrampicato sulle grate dei finestroni del reparto, arrivando sino a un’altezza di 20 metri.
“È stato vano ogni tentativo di mediazione – ha spiegato Francesco Oliviero, segretario toscano del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria – l’uomo protesta nei confronti della custodia e del magistrato di sorveglianza in quanto, a suo dire, avrebbe dovuto essere scarcerato nei giorni scorsi ma, essendosi reso protagonista di alcune intemperanze, ha di fatto vanificato la possibilità di poter beneficiare degli ultimi 45 giorni di liberazione anticipata, facendo quindi slittare l’uscita dal carcere”.
“Una protesta sintomatica del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia restano costanti – ha concluso il segretario generale del Sappe, Donato Capece – servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Inoltre, la dotazione del taser per gli agenti potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione”.