di Elisabetta Failla
Podere Ema è un angolo di paradiso a due passi da Firenze, precisamente sulle colline di Bagno a Ripoli. La sua attività inizia nel 2001 grazie alla passione e alla visione innovativa del titolare dell’azienda, Enrico Calvelli, che ha deciso di seguire un “suo” percorso, evitando di emulare le pratiche vitivinicole prevalenti all’epoca. Infatti, invece di imitare i metodi transalpini, come usava a quei tempi, sia in vigna che in cantina, Enrico ha scelto di esplorare altre strade. La consapevolezza che molte antiche varietà di uve toscane erano state dimenticate, alimentava in lui il desiderio di riscoperta, per ridare vita a queste uve storiche.
Il sogno di autenticità si concretizzò con un progetto universitario che portò alla piantagione di 1000 barbatelle suddivise in 12 varietà autoctone. Dopo tre anni di crescita e per i successivi cinque, queste varietà furono vendemmiate e vinificate separatamente, permettendo di identificare quelle più adatte al progetto di Enrico. Così, la determinazione nel riscoprire le radici toscane e valorizzare la ricchezza del territorio è diventata la missione di Podere Ema.
Ma prima di parlare di vini, vogliamo raccontarvi una bella novità che è stata realizzata in cantina, partita lo scorso luglio, e che conferma quanto Enrico Calvelli sia sì un visionario ma con le idee ben chiare. Grazie al suo intuito e alla sua voglia di innovazione anche nella comunicazione, è stata realizzata la prima “Immersive Winery”. Si tratta di un’esperienza interattiva che conduce i visitatori della cantina alla scoperta della storia del vino toscano e dei suoi vitigni autoctoni, con una guida d’eccezione: Dante Alighieri. Un viaggio immersivo che accompagna il pubblico in un affascinante percorso attraverso la storia del vino toscano, dalla vite al bicchiere. Il racconto è arricchito dalle testimonianze di illustri personaggi del mondo dell’enologia, come l’agronomo Gian Vettorio Soderini, lo scienziato naturalista e medico di corte della Famiglia Medici, Francesco Redi e il famoso gastronomo Pellegrino Artusi.
Varcando la soglia di una porta, si accede alla prima sala, dove ha inizio il cammino. Qui, un video immersivo illustrativo introduce all’incontro con Dante e Gian Vettorio Soderini, che narrano la storia della vite e dei vitigni toscani, dal Sangiovese al Trebbiano, passando per la Malvasia, e le loro caratteristiche che donano ai vini il loro carattere unico.
La seconda sala è dedicata alla vinificazione. Francesco Redi, con l’ausilio di efficaci ricostruzioni grafiche, ci immerge in un mondo fatto di lieviti e batteri che, grazie alla loro interazione, permettono la trasformazione del mosto in vino. Entrano in scena anche due simpatici personaggi, Eric (il lievito) e Joe (la malolattica), che con ironia ci guidano alla scoperta della seconda fermentazione del vino, quella che gli conferisce morbidezza.
Nella terza sala incontriamo Pellegrino Artusi, che con maestria invita gli ospiti a vivere l’esperienza sensoriale. Grazie all’ausilio di dispense aromatiche, sarà possibile riconoscere i sentori e gli aromi dei vini dell’azienda, ricevendo suggerimenti per l’abbinamento con i piatti della tradizione toscana, come il Peposo, la Francesina e il Pollo in Galantina.
“Si sente troppo spesso parlare in modo superficiale del vino. – spiega Enrico Calvelli – Con questo progetto, unico in Toscana, abbiamo voluto creare un percorso immersivo e didattico rivolto a tutti, in particolare alle nuove generazioni, che spesso si avvicinano al mondo del vino con troppa superficialità. Invece, dietro a questa bevanda c’è un mondo di storia e tradizioni legate al nostro territorio, che abbiamo deciso di rendere fruibili attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative ed un linguaggio più chiaro e meno fantasioso.
Questo progetto è stato realizzato in collaborazione con il Dott. Giovanni Sordi. Il suo contributo è stato fondamentale nell’ideazione del percorso del viaggio e dei personaggi, arricchendo il progetto con la sua vasta conoscenza storico-culturale ed enogastronomica dell’agricoltura toscana.
Con questo progetto, la cantina mira non solo agli appassionati e agli enoturisti, ma soprattutto alle nuove generazioni. L’obiettivo è trasformare questo percorso in un’esperienza educativa per tutte le scuole del territorio. A tal fine, Podere Ema ha richiesto al Comune di Bagno a Ripoli di includere la cantina nei percorsi didattici delle scuole locali. L’esperienza immersiva, realizzata in collaborazione con DrawLight Immersive Studio e Meneghini & Associati, può essere prenotata attraverso il sito web https://podereema.it/.
Ma adesso parliamo dei vini di Podere Ema prodotti con vitigni autoctoni che contribuiscono a valorizzare il territorio.
I’Bianco Igt Bianco Toscano 2023. Prodotto con 60% Trebbiano e 40% Malvasia del Chianti, dopo la raccolta manuale delle uve, il vino, dopo la fermentazione, affina in acciaio, restando quattro mesi sulle fecce (con batonnage settimanali) e tre mesi in bottiglia. Di colore giallo paglierino al naso offre sentori di fiori bianchi e gialli, frutta gialla e note agrumate e vegetali. Al palato mostra tutta la sua freschezza e acidità ma è anche avvolgente e rotondo e abbastanza persistente con delle piacevoli note agrumate sul finale. Ideale da bere soprattutto in estate con piatti leggeri con carne bianca e verdure.
Xenoi Igt Toscano Bianco 2023. Il suo nome in greco significa “straniero” perché è l’unico vino prodotto con un blend vitigni internazionali – Chardonnay, Viognier e Petit Manseng in parti uguali – coltivati vicino Tavarnelle. Interessante l’etichetta che ricorda l’arte giapponese del Kintsugi, un’antica arte giapponese utilizzata per riparare il vasellame rotto unendo i cocci con un collante misto di metalli preziosi come l’oro liquido. Di colore giallo paglierino, al naso si percepiscono sentori fiori bianchi come il biancospino, frutta tropicale, agrumi e note sapide. La delicatezza e l’eleganza dei profumi si trasferiscono anche al palato dove dominano la freschezza, l’acidità e la sapidità ma sempre in chiave delicata e ben bilanciate anche da una certa avvolgenza. Buoni il finale agrumato e la persistenza.
I’Rosato Igt Rosato 2023. Prodotto con Sangiovese in purezza, dopo la raccolta manuale e la vinificazione con un breve contatto tra le bucce e la polpa, affina in acciaio due mesi sulle fecce e tre mesi in bottiglia. Già dal suo color cipolla mostra la sua eleganza. Al naso si percepiscono sentori di fiori e e frutti rossi e una leggera nota vegetale. Il sorso conferma l’eleganza e l’equilibrio: e abbastanza rotondo con tannini presenti ma integrati, fresco, sapido e con un a buona persistenza. Ottimo per aperitivo e con piatti di carne bianca ma si può osare anche con un fritto di pesce.
Rosso Ema Igt Rosso Toscano 2022. Prodotto con 80% Sangiovese e 20% Colorino, vinifica e affina in acciaio (circa 10 mesi) e poi otto mesi in bottiglia. Di colore rosso rubino abbastanza intenso, al naso si sentono note di fiori e frutti rossi e delle leggere spezie come la vaniglia e il pepe. Al gusto è abbastanza morbido, i tannini sono bel equilibrati dalla freschezza e ha un piacevole finale di pepe, tipico del Colorino, e buona la persistenza. Un vino che si fa bere abbinati con piatti della tradizione toscana.
Chianti Superiore Docg 2021. Prodotto con Sangiovese, Colorino, Trebbiano e Malvasia, questo vino ha un’etichetta che ricorda il vecchio logo del Chianti Putto, ormai di lontana memoria. Le uve vinificano e fermentano in acciaio (15 mesi) e proseguono con un affinamento di 8 mesi in bottiglia. Fin dal naso questo Chianti mostra la sua complessità: fiori e frutti rossi, note speziate e balsamiche. Al sorso il vino è morbido, rotondo con tannini presenti e con un finale di pepe. È persistente, elegante ed equilibrato.
Fogliatonda 2020. Questo vino, prodotto con Fogliatonda in purezza, evidenzia l’idea di Enrico Calvelli della rappresentatività enologica del territorio. Ricorda sorridendo che quando andò and ordinare nel 2001 una considerevole quantità di barbatelle di questo vitigno, lo presero per pazzo. In realtà a quell’epoca era impensabile coltivare questo vitigno per i due ettari che sono stati oggetto, lo ricordiamo, di un progetto sperimentale sempre in quell’anno. “In quel periodo non veniva capito che la valorizzazione dei vitigni autoctoni non è un limite ma una grande opportunità”, precisa Enrico. La vinificazione e l’affinamento vengono fatti in anfora (35 giorni la prima, 10 mesi il secondo). Quindi il vino continua ad affinare in bottiglia per 6 / 12 mesi. Il colore è rosso rubino e i suoi sentori mostrano già la sua complessità ed eleganza: fiori e frutti rossi, note balsamiche (che diventano più intense con l’invecchiamento). Al gusto il vino continua ad apparire complesso ed elegante e anche con un certo carattere. Abbastanza morbido, con tannini ben presenti, fresco e con un finale persistente di note balsamiche.
Nocchino Toscana Igt Rosso 2018. Prodotto con 60% Sangiovese, 20% Colorino e 20% Fogliatonda che vinificano e affinano separatamente: 35 giorni in botte grande/anfora di terracotta/acciaio, 10 mesi di affinamento in botte di rovere/ anfora in terracotta/acciaio. Dopo i vini vengono assemblati in vasca di cemento e quindi proseguono l’affinamento per 6/12 mesi in bottiglia. Di colore rosso rubino intenso, al naso mostra già tutta la sua complessità e la sua struttura. Si percepiscono sentori di frutti rossi, frutta secca, spezie e una leggera nota di cioccolato. Al palato si percepiscono subito i tannini che sono ben presenti ma necessari per dare al vino un certo carattere che, comunque, ha una certa rotondità, freschezza, e persistenza. Un vino buono oggi ma capace di invecchiare ancora qualche anno e che può essere abbinato a piatti corposi della tradizione toscana come cacciagione, arrosti ecc.