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Meloni: “Musk è un interlocutore, ha fatto cose straordinarie”

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(Adnkronos) – Giorgia Meloni torna a elogiare Elon Musk. Il fondatore di Tesla e Space X che ha appoggiato Donald Trump fino alla vittoria alle elezioni americane. Elon Musk è “un interlocutore”, oltre che un imprenditore che ha fatto “cose straordinarie”, dice la presidente del Consiglio allo stadio Puskas di Budapest, a margine del Consiglio Europeo informale. 

Musk “sicuramente è una persona che si è schierata nella campagna elettorale di Donald Trump, come migliaia di altre persone si sono schierate nella campagna elettorale americana, da una parte e dall’altra. Mi sembra che sia nel diritto dei cittadini aderire alle campagne elettorali”.  

“Dopodiché – aggiunge – posso dire che considero Elon Musk, un valore aggiunto in questo tempo, una persona che sicuramente ha fatto delle cose straordinarie, delle cose importanti. Penso che debba e possa essere un interlocutore, una persona con la quale confrontarsi”, conclude. 

La premier ha parlato poi anche degli investimenti in difesa. Nel nuovo patto di stabilità ci sono delle “aperture” per permettere anche ai Paesi più indebitati di arrivare a spendere per la difesa almeno il 2% del Pil, come chiede la Nato, ma su questo bisogna fare “molto di più”. Lo sottolinea la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivando allo stadio Puskas di Budapest per il Consiglio Europeo informale.  

“E’ una bella domanda”, risponde a chi le chiede se con le nuove regole Ue sia possibile rispettare gli obiettivi Nato. “Io sono assolutamente convinta – aggiunge – che l’Europa e quindi anche l’Italia debbano riuscire a garantire la loro maggiore indipendenza, la loro maggiore autonomia, anche investendo di più in difesa. Chiaramente servono gli strumenti per poterlo fare”. 

“Questo è un grande dibattito che l’Italia ha posto – prosegue – ci sono nel nuovo patto delle aperture. Secondo me va fatto molto di più. Penso che sia un altro di quei dibattiti che bisognerà prima o poi riaprire perché, al di là della volontà, poi c’è quello che si può fare. E le risorse vanno individuate in qualche modo”. 

Quanto al futuro dell’Ucraina, se oggi si parla di uno “scenario di pace”, sostiene, è solo perché “l’Occidente” ha sostenuto Kiev nella guerra contro l’invasore russo. “Noi abbiamo sempre – afferma – lavorato tutti per la pace, questo è corretto. Dopodiché, come io ho spiegato molte volte, dal mio punto di vista per costruire pace bisognava impedire che ci fosse un’invasione”. 

“Oggi, se si parla della possibilità che si vada, come tutti speriamo e come tutti abbiamo lavorato perché accadesse – continua – verso uno scenario di pace, è perché gli ucraini hanno avuto un coraggio straordinario e perché l’Occidente ha sostenuto l’Ucraina. Penso che questo sia l’elemento che fa la differenza. Dopodiché, ovviamente, vedremo come evolve lo scenario nelle prossime settimane. Ma – conclude – ribadisco che, finché c’è una guerra, l’Italia sarà al fianco dell’Ucraina”.  

Il vero “dibattito” che l’Ue deve affrontare, torna a ribadire Meloni, è come trovare le “risorse” necessarie a effettuare gli investimenti indispensabili per ridurre il divario che la separa da Usa e Cina. “A me pare – dice Meloni – che l’Europa debba trovare una quadra e prendere le misure di se stessa. Sembra che scopriamo dei dibattiti oggi: penso al tema della competitività, dei dazi”. 

“Ricordo che il dibattito sulla competitività europea – aggiunge – è iniziato mesi fa. Ebbe un’impennata all’indomani dell’Inflation Reduction Act, il piano imponente di aiuti di Stato che l’amministrazione Biden metteva in campo per proteggere l’economia americana, che rischiava di creare un disequilibrio con l’attrattività europea. Alla fine il dibattito è sempre, con una battuta che ricorda i presidenti americani, non chiederti cosa gli Stati Uniti possano fare per te, chiediti cosa l’Europa debba fare per se stessa. E’ il dibattito di questa mattina, che è un dibattito particolarmente importante”. 

“Partendo dal piano presentato da Mario Draghi – continua – un altro italiano che è stato incaricato di individuare le priorità per i prossimi anni dell’Unione Europea, credo che ci siano molte sfide. Più o meno, noi sappiamo che cosa dobbiamo fare. La grande domanda alla quale dobbiamo rispondere adesso è se davvero vogliamo dare gli strumenti agli Stati membri per centrare gli obiettivi e le strategie che ci poniamo di fronte. Su tutte, la questione delle risorse è certamente quella che va affrontata, perché sappiamo che gli investimenti necessari per fare tutte le cose che vorremmo fare sono molti. Questo è secondo me il vero dibattito, che non so se stamattina arriverà a soluzioni concrete, perché sono sempre dibattiti molto lunghi. Ma è l’elemento centrale sul quale intendo concentrarmi”, conclude.