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Monteverro, l’essenza della Maremma

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photo by Leif Carlsson

di Elisabetta Failla

Ci sono giornate speciali anche se niente, in prospettiva, possa definirle tali. E questo è accaduto il giorno della visita alla Tenuta Monteverro, in Maremma, che si trova sulla Costa d’Argento, tra Capalbio e il mare. Le previsioni erano infatti terribili: allerta rossa, pioggia, temporali e rischio di esondazioni dei fiumi lungo la costa toscana. Una giornata prevedibilmente disastrosa e umida che, invece, si è trasformata in piacevole piena di fascino. La tenuta è situata in collina, a cinque chilometri dal mare, da cui si gode una bellissima vista proprio sui vigneti che scendono vero il Tirreno. Un panorama che si allarga a destra verso il promontorio dell’Argentario mentre verso sud si trovano le ultimi propaggini pianeggianti della Maremma Toscana verso quella laziale.

La giornata a Monteverro

In quella giornata così meteorologicamente devastante (le esondazioni ci sono davvero state sia nei dintorni che altrove) è stato davvero incredibile come il colore grigio abbia esaltato i colori autunnali dei vigneti e degli alberi che erano davvero vividi. L’ospitalità di Georg Weber e di sua moglie Julia, i proprietari, e di tutto lo staff della tenuta ci ha davvero scaldato il cuore. Fuori poteva anche diluviare perché noi il sole ce l’avevamo già dentro!

La storia di Georg e di Monteverro nasce dal suo amore per la Toscana e per il vino. Nei primi anni del secondo millennio Georg Weber, fresco di laurea alla Business e Management School di Losanna, decise di trasformarsi da appassionato collezionista di bottiglie pregiate in produttore di vini di eccellenza. Il suo desiderio era quello di creare un’azienda vitivinicola che nel giro di pochi anni raggiungesse l’eccellenza a livello internazionale. Il primo passo fu proprio la ricerca del territorio dove iniziare questa impresa.

La scelta cadde sulla Toscana e Georg rimase folgorato da queste terre situate in Maremma in un’area collinare particolarmente favorevole, circondata da oliveti secolari e da macchia mediterranea dove l’atmosfera è quasi magica. È il primo tassello dell’azienda Monteverro, che porta nel suo nome l’essenza di questo territorio ricco di carattere, dove ‘verro’ è sinonimo di cinghiale, il re incontrastato della fauna locale.

Georg e Julia Weber

Nello stesso periodo in cui Georg Weber iniziò la sua avventura vitivinicola, nella sua vita entrò Julia, che nel 2011 diventò sua moglie e ad affiancarlo nella gestione della tenuta. Un connubio “magico” tra due personalità opposte e complementari: entrambi tedeschi, pragmatico lui, musicista, sognatrice e musa ispiratrice lei, rappresentano la duplice anima della loro impresa, il perfetto equilibrio tra cuore e ragione.

Oggi i Weber guidano la cantina coadiuvati da un team di esperti a livello internazionale: l’enologo Matthieu Taunay, Michael Voegele, Direttore Generale, Andreas Comploj, Direttore commerciale, Michel Rolland, Consulente enologico, e Jean Hoefliger, consulente. A rafforzare il legame con il territorio uno staff in tenuta e nella cantina tutto locale, che conosce il terreno e con cui instaurare un rapporto di confronto costante. I proprietari infatti, benché risiedano in Germania, sono molto coinvolti nella realtà quotidiana e in contatto costante con l’azienda, dove amano trascorrere anche tutto il loro tempo libero.

Monteverro è una realtà d’eccellenza con vigne tenute come giardini di Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot, Syrah e Grenache. Dei 50 ettari di tenuta, 35 vitati e dalla vendemmia 2018 tutti in produzione, 7600 circa le piante per ettaro per favorire un giusto lo sviluppo radicale e quindi un buon equilibrio della pianta con il suolo. La potatura viene effettuata metà in cordone speronato e metà in Guyot per adattarsi il più possibile alle esigenze delle piante e mantenere il giusto equilibro con il potenziale del suolo.

I vigneti di Monteverro

Importante è il rispetto per l’ambiente e l’attenzione per pratiche che influiscono sulla qualità del vino. Infatti è presente un compost per riciclare tutti i sotto-prodotti della cantina, raspi, vinacce e anche altri rifiuti di potatura delle siepi. In questa strategia “green” rientrano una serie di scelte fortemente volute dalla proprietà, convinta che quello che la natura può fare da sola con i suoi organismi viventi e con la sua spontanea ricerca di equilibrio permette al terreno di esprimere al meglio il suo carattere e la sua unicità. Nella cura della campagna, della vite, da sempre, non vengono utilizzati prodotti chimici o fitofarmaci di qualsivoglia origine.

La cantina è adagiata sulle colline dalle quali emerge solo la parte non interrata. La struttura è stata studiata nei minimi dettagli, seguendo i parametri codificati per la produzione dei grandi vini. La barricaia è imponente, dove si trovano circa 600 barrique di tostatura media in rovere francese acquistati da 10 diversi produttori, perché oltre alla qualità è fondamentale la varietà, affinché le diverse caratteristiche si completino ed apportino una giusta complessità ai vini. La distesa di botti è visibile dalla vetrata della sala degustazioni al piano superiore, un colpo d’occhio spettacolare che regala alla cantina un’aura quasi magica.

La barricaia di Monteverro

La qualità è una condizione imprescindibile e in cantina, come in vigna, il team Monteverro ha scelto di ridurre al minimo gli interventi – nessun lievito preselezionato, no a filtrazioni e chiarificazioni – così ogni micro parcella viene vinificata separatamente per rispettarne le peculiari caratteristiche e per preservare le naturali differenze e complessità delle uve (e successivamente dei vini). Completano la dotazione della cantina 45 vasche troncoconiche in acciaio inossidabile per la fermentazione, 2 vasche di cemento per l’invecchiamento di Tinata e Chardonnay e una linea d’imbottigliamento all’interno della proprietà per avere una tracciabilità “dalla vigna alla bottiglia”.

Tutta la produzione è anche e soprattutto opera dell’enologo Mathieu Taunay, francese della Loira ma che ha scelto la Maremma come sua terra d’elezione. Prima di arrivare a Monteverro nel 2008, ha fatto numerose esperienze sia in Francia che all’estero, nella Napa Valley, in Cile, in India, in Nuova Zalanda e a Malta. Quando è arrivata la proposta da parte di Georg Weber, si è subito innamorato del progetto che per lui. Giovanissimo, diventa quasi una sfida che oggi possiamo dire di aver vinto. Le sei etichette della cantina sono molto apprezzate dal mercato, con punteggi e riconoscimenti dalle maggiori guide a livello mondiale. E lo stesso Taunay è stato nominato, nel 2017, Best Winemaker of the World, un riconoscimento prestigioso che prende atto della grande professionalità maturata durante il suo percorso. È anche grazie al suo lavoro sui suoli, in vigna e in cantina che Monteverro ha ottenuto nel 2019 la certificazione biologica.

Mathieu Taunay, l’enologo di Monteverro

Ma veniamo ai vini. Georg Weber si è formato enologicamente sui grandi vini di Bordeaux ma il suo obiettivo è creare dei vini unici, che traggano ispirazione dai grandi Cru, ma che siano “rivisitati” alla luce del sole e del suolo tipici della Toscana del sud.

Il 2008 ha visto la prima vendemmia, con vigne giovani per potere esprimere tutta la loro ricchezza e la loro complessità. Le successive raccolte promettono già grandi risultati. Nel 2011 le bottiglie di Monteverro hanno iniziato la loro strada nel mondo, con quattro etichette. Oggi se ne contano sei: Monteverro, Tinata, Chardonnay, Terra di Monteverro, Verruzzo e Vermentino.

Monteverro Chardonnay 2021. Produrre uno Chardonnay praticamente in riva al mare è stata una bella sfida. Il risultato è davvero ottimo perché è un vino fresco ed elegante, ben bilanciato e armonioso, intensamente aromatico al naso ma fresco, sapido, grazie alla vicinanza del mare, e minerale. Interessante anche la scelta di affinamento in barrique e cemento che dona al vino una certa struttura e complessità. Davvero piacevole.

Monteverro Tinata Rosso Toscano 2020. Prodotto con 70% di Syrah e 30% di Grenache, questo vino è un omaggio alla mamma di Georg, Cristina detta Tina, grande amante del Syrah. L’affinamento delle uve è 70% in barrique e 30% in cemento. Tinata è un vino che al naso appare molto mediterraneo grazie ai sentori di macchia mediterranea, di timo, rosmarino ma anche lievemente fruttato e sapido. Al palato è piuttosto sensuale grazie alla sua morbidezza e avvolgenza ma è anche fresco e leggermente sapido ed equilibrato. Bello il finale dove si ritrovano le note di macchia mediterranea. Un vino intrigante, prodotto in bottiglie numerate.

Tinata 2020

Monteverro Rosso Toscano 2019 e 2020. È il vino di punta dell’azienda ottenuto da uve di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot. Affina 24 mesi in barrique prima di essere imbottigliato. Le due annate sono state climaticamente diverse e, conseguentemente, con vendemmie diverse. La 2020 ha avuto una primavera e un’estate siccitosa che ha causato una vendemmia precoce e grande attenzione in cantina. La 2019 è stata invece un’annata più regolare che ha permesso di vendemmiare le uve tra la fine di settembre e i primi di ottobre. Monteverro 2019, infatti, già al naso mostra la sua freschezza con aroma di fiori rossi e frutti neri, spezie, note balsamiche e appare più complesso ed equilibrato. Al gusto appare rotondo, avvolgente con tannini morbidi e ben bilanciati dalla freschezza e dalla sapidità. Buona la persistenza. L’annata 2020 è comunque ampia, morbida e complessa. Al naso si percepiscono note di frutti rossi e neri, sentori di spezie dolci e di tabacco. Al palato è un vino morbido, avvolgente fresco con un buon finale di bocca e persistenza.

Monteverro Rosso Toscano 2011. Siamo andati a ritroso nel tempo con questa etichetta a cui è stato giustamente dato ampio spazio nella degustazione. Anche in questo caso parliamo di un vino complesso, equilibrato ma molto piacevole. Al naso mostra sentori di frutti neri maturi come la mora e la prugna, note speziate, balsamiche e di tabacco e cioccolata. Al gusto appare morbido e avvolgente ma mai pesante al palato. È un vino avvolgente, con tannini morbidi e setosi, fresco sapido, con un bel finale di bocca, persistente e ben equilibrato.

Le quattro annate di Monteverro

Monteverro Rosso Toscano 2008. Questa è la prima vendemmia di questo vino che chiude la degustazione. Al naso mostra note di frutti neri maturi, note balsamiche, di caffè e tabacco. In bocca è avvolgente, Tannini ancora morbidi e persistente ma forse, con il passare del tempo appare poco equilibrato.

In conclusione la degustazione delle varie annate di Monteverro posso essere descritte cosi: La migliore annata degustata è la 2011, decisamente la più piacevole e la più equilibrata. La 2008 dopo 16 anni è buona ma forse ha già raggiunto l’apice e ben poco altro da evolvere. La 2019 è molto più piacevole della 2020 perché più fruttata, rotonda e già pronta ma quest’ultima ha sicuramente ampi margini di miglioramento. La 2020 mostra i segni di una bella longevità e saremmo curiosi di degustarla fra almeno dieci anni.

Valeria Piccini tra Georg e Julia Weber

Dopo la degustazione abbiamo gustato un ottimo pranzo preparato dalla chef stellata Valeria Piccini e dallo staff del ristorante Caino a Montemerano con i seguenti abbinamenti: dopo l’aperitivo di benvenuto è stato servito come antipasto il gambero rosa dell’Argentario con crema di anacardi e olio di limone bruciato abbinato a Monteverro Chardonnay 2021. Come primi piatti abbiamo gustato i ravioli del Plin con ripieno di cortile, riduzione di porcini e gel al melograno, in abbinamento a Terra di Monteverro 2020, e risotto alla castagna con riduzione di vino rosso accompagnato da un buon bicchiere di Tinaia 2020, Monteverro 2020 e 2019, Per secondo ci è stato offerto un gustoso piccione alla brace laccato alle more fermentate e aglio nero abbinato a Monteverro 2011 e 2008 mentre, per dessert, abbiamo assaggiato la Sacher di Valeria. Il ritorno è stato invece accompagnato dal ricordo di una bellissima quanto sorprendente giornata su questa meravigliosa collina a due passi dal mare.

gambero rosa dell’Argentario con crema di anacardi e olio di limone bruciato
ravioli del Plin con ripieno di cortile, riduzione di porcini e gel al melograno
risotto alla castagna con riduzione di vino rosso
piccione alla brace laccato alle more fermentate e aglio nero
la Sacher di Valeria
Alcuni vini di Monteverro