Una convenzione ‘contra legem’? ”In tutta franchezza ho provato a ricordare: e’ un’espressione anche particolare, ma non ricordo che sia stato sollevato questo tipo di osservazione, perlomeno non a me personalmente”. Cosi’ ha risposto l’ex sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, all’avvocato Pier Matteo Lucibello, difensore di Gianni Biagi che gli riferiva l’espressione usata da Matteo Renzi a proposito della convenzione tra il Comune di Firenze e Fondiaria Sai per la trasformazione urbanistica di Castello, 168 ettari. L’espressione ‘contra legem’ venne usata da Renzi, chiamato a testimoniare al processo come Domenici, sull’area di Castello lo scorso 26 settembre, per spiegare i dubbi sollevati dalla Provincia (di cui all’epoca lui era presidente) che in quell’area avrebbe dovuto trasferire la sua sede. Renzi spiego’ che per questo motivo la Provincia, nel 2008, aveva preferito fare un bando di gara pubblico per reperire sul mercato una sede dove trasferire 900 dipendenti e alcune scuole superiori, anziche’ accettare che progettista e costruttore del nuovo edificio a Castello venissero indicati in base alla convenzione. ”Ho visto che il sindaco Renzi ha usato questa espressione in questo processo” ha aggiunto Domenici ma ”con me non lo ha fatto”. Anzi, ha proseguito l’europarlamentare, i tre livelli istituzionali coinvolti, Comune e Provincia diFirenze e Regione Toscana nel 2006, avevano firmato ”un protocollo, con delle indicazioni precise. Quindi l’Amministrazione provinciale sapeva qual era la volonta’ e non c’era stata nessuna eccezione”. Domenici, parlando poi con i giornalisti al termine della sua testimonianza, ha spiegato di ”non voler sollevare polemiche”.
LA TESI DI DOMENICI
L’ex sindaco Leonardo Domenici non ha escluso che in un secondo momento qualcuno possa aver fatto notare all’allora presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi che nella convenzione per la trasformazione urbanistica dell’area di Castello vi sia una clausola che ”puo’ essere ritenuta un punto controverso. Ma dire che e’ controverso non e’ la stessa cosa che dire che e’ ‘contra legem’. Sono due cose diverse” ha spiegato ai giornalisti fuori dall’aula. ”Se mi chiedete se io fossi entusiasta di quella che era un’eredita’ della giunta precedente – ha proseguito Domenici a proposito del fatto che il privato, cioe’ Fondiaria-Sai, avrebbe costruito anche gli edifici pubblici – vi dico con chiarezza di no. Ma avevamo le mani legate: quella cosa c’era e dovevamo farci i conti”. In aula, rispondendo al pm Gianni Tei che insieme alla collega Giuseppina Mione sostiene l’accusa, Domenici aveva negato che l’ex assessore Graziano Cioni avesse chiesto il sostegno di Fondiaria per il progetto del nuovo stadio nell’area e ha ricordato di non aver mai apprezzato il Parco di 80 ettari che era previsto in quell’area. ”C’era un problema di risorse per la sua realizzazione e ci sarebbe stato un problema anche per la gestione”. ”Per questo, quando si prospetto’ l’ipotesi del nuovo stadio in quell’area – ha proseguito l’ex sindaco ricordando l’ipotesi dei Della Valle e il suo tentativo di mettere d’accordo Salvatore Ligresti con l’allora presidente della Fiorentina Diego Della Valle – io la vidi come la manna. Un parco di 80 ettari fatto solo di fiori, piante e alberi non esiste. Poi con il sequestro dell’area e’ cambiato tutto”.