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Un collirio di 2.200 anni fa, sarà esposto in Palazzo Vecchio

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Pozzino._20Pisside_20con_20medicamento_20anticoPotrebbe essere il collirio più antico del mondo quello ritrovato nella “cassetta” del medico che viaggiava sulla nave naufragata nel Golfo di Baratti oltre 2000 anni fa. Quel che è certo è che si tratta di una scoperta unica in Italia e del secondo caso al mondo in cui è stato possibile caratterizzare un farmaco tanto antico.  Mercoledì 12 giugno 2013, a partire dalle 9.30, il prezioso medicamento sarà esposto in Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze, in occasione di una giornata di studi dal titolo “Il collirio di Plinio. L’eccezionale ritrovamento nel relitto navale del Pozzino” promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. I lavori avranno come moderatore Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, prima grande rivista italiana di divulgazione archeologica fondata nel 1982 dallo stesso Pruneti. La giornata di studi avrà luogo nella Sala de’ Dugento: per l’occasione il contenuto della cassetta del medico del relitto del Pozzino, attualmente custodito presso il Museo Archeologico del Territorio di Populonia (Piombino) sarà eccezionalmente esposto al pubblico.

 Battezzato il “collirio di Plinio”, in onore a Plinio il Vecchio che aveva descritto un simile preparato nei suoi scritti, la scoperta dei componenti dell’antico medicinale ha in breve tempo fatto il giro del mondo, sollecitando l’attenzione dei media, non solo del mondo scientifico. La storia, infatti, è di quelle in grado di affascinare le menti di scrittori e sceneggiatori. Le “compresse” sono state rinvenute nel bagaglio di un medico che viaggiava lungo le coste del Mediterraneo su una nave naufragata nel II secolo a.C. nelle acque del Golfo di Baratti (sito dell’antica città etrusca Pupluna, Populonia – Livorno). A custodire per oltre 2200 anni il medicinale è stato un contenitore di stagno – una “pisside” -, mantenutosi sigillato all’interno del relitto navale del Pozzino portato alla luce, sotto la direzione di Antonella Romualdi, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, guidata ora da Andrea Pessina.

A completare la “valigetta” dell’antico medico sono stati rinvenuti anche 136 piccoli flaconi di legno di bosso, numerose altre pissidi in stagno, un mortaio in pietra, uno strumento chirurgico in ferro e una campana in bronzo, probabilmente usata per praticare salassi.

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