”Basta mobbing allo sviluppo”. Questo l’appello lanciato da Simone Bettini, presidente di Confindustria Firenze, intervenuto all’assemblea annuale dell’associazione intitolata ”Firenze At Work’. ”Il 70% del Pil toscano viene realizzato in questa area – ha spiegato – dove c’e’ la presenza di quasi tutte le multinazionali e delle grandi imprese della Toscana: dobbiamo lavorare tutti insieme per riportare il peso dell’industria sul nostro Pil sopra il 25%”. Bettini ha auspicato l’apporto di ”un credito vicino al territorio”, come la collaborazione di ”un sistema camerale che sia piu’ un’agenzia di sviluppo per l’impresa, un sistema promozionale che porti qui il mondo, e Firenze Fiera con un vero piano industriale, partner specializzati, e un centro congressi adeguato”. Per il presidente dell’associazione, Firenze e’ ”un territorio che ha preso coscienza dei problemi”, e per risolverli serve lavorare di squadra perche’ ”vince il pilota, si’, ma perche’ alle spalle ha un team: mi auguro quindi che a Firenze nasca un nuovo team che riesca a vincere e metta sul primo gradino non solo il pilota, ma la comunita”’.
L’intervento del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi è stato improntato con una analisi della situazione economica in Italia e in Toscana e con alcuni impegni precisi per la modernizzazione della citta’. ”Bisogna evitare in tutti i modi l’aumento dell’Iva – ha detto tra l’altro Rossi – Meglio ottenere un contributo maggiore alle entrate da parte dei patrimoni che non penalizzare ulteriormente i consumi gia’ depressi”. Dopo aver sottolineato la tenuta della Toscana in un quadro di crisi prolungata, il presidente Rossi ha fatto riferimento alla centralita’ dell’industria e del manifatturiero come scelta della Regione che ha prodotto alcuni risultati. ”C’e’ stata anche una svolta – ha affermato Rossi nei confronti della grande impresa e delle multinazionali, a cui abbiamo prestato rinnovata attenzione”. Su questo tema notizie interessanti provengono dagli uffici regionali. Da quando (ottobre 2010) e’ stato attivato per la prima volta un settore per l’attrazione degli investimenti, sia a supporto delle 500 multinazionali gia’ presenti nel territorio sia per nuovi investitori, malgrado la crisi si inizia ad avvertire un’inversione di tendenza. Innanzitutto non sono avvenute delocalizzazioni significative segno che, una volta inseritesi nel territorio, le multinazionali trovano ragioni utili per restare. Inoltre, su 43 richieste di assistenza pervenute al nuovo ufficio da 9 paesi diversi, 22 hanno poi portato effettivamente ad investimenti (8 acquisizioni, 6 espansioni, 8 nuovi investimenti)
Piero Campani