“Non ho dubbi sulla buona fede del presidente Enrico Rossi, come i giudici affermano leggendo gli stralci dei verbali pubblicati sui quotidiani”. Lo afferma Marco Ruggeri, capogruppo Pd in consiglio regionale, in merito all’inchiesta sulla Tav del capoluogo toscano, che aggiunge: “Noto una frenesia, sia nell’opposizione di creare un caso, sia in quella parte di Toscana che e’ contraria alle grandi opere e che tenta di usare questa grave vicenda per sostenere la teoria del ‘fermiamo tutto’. Se l’accusa rivolta a Rossi e’ quella di essere un presidente che ha fatto di tutto – sempre nel rispetto delle leggi, delle procedure amministrative e dei pareri tecnici – per fare partire le grandi opere e sbloccare i cantieri, allora si accusa solo di avere fatto il proprio dovere. Anche perche’ a piu’ riprese il consiglio regionale aveva gia’ sollecitato la giunta a fare il massimo affinche’ si consegnassero opere infrastrutturali fondamentali, ma ferme da anni, tra le quali, appunto, il sottoattraversamento della Tav”. “Ribadisco fiducia nella magistratura affinche’ faccia piena luce su questa vicenda che se confermata sarebbe gravissima, ma che niente ha a che vedere con le scelte fatte in Toscana perche’ le indagini – ha aggiunto Ruggeri – riguardano prevalentemente gli ambiti ministeriali e alcune societa’ private. Infatti, a tutti coloro che citano per convenienza solo una parte degli avvenimenti, voglio ricordare che proprio la Regione Toscana ha un contenzioso legale, sollevato da Italferr; perche’ la nostra Regione, pure essendo determinata nel portare a compimento le grandi opere, non ha mai ceduto sulla rigida applicazione delle leggi rispetto alla caratterizzazione delle rocce da scavo. Facciano quindi attenzione tutti i pontificatori che tendono ad usare questa vicenda solo per montare una polemica politica, a non far passare chi prova a fare le opere (e lo fa rispettando le regole) per la parte del torto, e, invece, chi tiene tutto fermo come un eroe”, ha concluso Ruggeri.