“Per alcuni giorni ho ritenuto opportuno non entrare pubblicamente nei particolari delle motivazioni che mi hanno indotto a dare l’assenso al trasferimento dell’architetto Fabio Zita dal settore della Via a quello della Tutela, riqualificazione e valorizzazione del paesaggio. Tuttavia, le sollecitazioni mediatiche a cui sono sottoposto in questi giorni e alcuneinterpretazioni deformanti delle mie decisioni che si stanno diffondendo, mi inducono a entrare nel merito del procedimento amministrativo seguito per destinare ad altro settore l’architetto Zita e delle relative motivazioni”. Lo afferma in una nota il direttore generale della Presidenza della Regione Toscana Antonio Barretta, a proposito dell’inchiesta della Procura di Firenze sul nodo fiorentino della Tav. “Per quanto riguarda il procedimento amministrativo ho naturalmente seguito quanto dispone l’articolo 18 della legge regionale n. 1 del 2009 secondo cui il direttore generale ‘puo’, per specifiche esigenze di servizio, assegnare ad altro incarico corrispondente i dirigenti della struttura di cui e’ responsabile. Venendo alle motivazioni – prosegue il dg Barretta – devo sottolineare che in piu’ di una occasione sono stato costretto a contestare all’architetto Zita di non aver limitato le proposte di prescrizioni della valutazione di impatto ambientale alle opere di mitigazione, ma di aver indicato anche le opere compensative, cioe’ di essersi spinto al di la’ della propria competenza tecnica avventurandosi sul terreno piu’ squisitamente politico”. “Inoltre, nella gestione del nucleo regionale di valutazione di impatto ambientale, di cui era il coordinatore, non era solito seguire in maniera rigorosa le prescrizioni regionali, che prevedono la partecipazione all’istruttoria degli atti, per la predisposizione del parere conclusivo, dei soli dirigenti della Regione Toscana e dell’Arpat, e non di altri soggetti o enti esterni”