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Le amnesie di Neto condannano la Fiorentina al pareggio (2-2)

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Dieci secondi alla fine. La difesa si addormenta su un lancio dalla destra mentre il portiere della Fiorentina va a prendere farfalle con un movimento goffo che dimostra mancanza di prontezza di intervento.

NETO 4,5: Un paio di buoni interventi, soprattutto nel primo tempo quando il Parma fa paura, con la difesa viola che balla. Poi la frittata colossale la commette all’ultimo secondo del recupero, facendosi scavalcare da un pallone lemme lemme che un portiere degno di questo nome avrebbe fatto suo a costo di travolgere tutto e tutti. Così il Parma pareggia e non ci credono nemmeno gli emiliani. Difficile pensare di poter andare avanti per tutta la stagione con un ragazzo a cui si può volere tutto il bene del mondo, ma che sta creando, con le sue amnesie, danni incalcolabili.
RONCAGLIA 6-: Rispolverato da Montella nel ruolo di terzino destro, una posizione nella quale ha già dimostrato di soffrire e puntualmente conferma questa sensazione. Cresce nella ripresa, sfoderando un paio d’interventi che ricordano i livelli dello scorso anno. Dal 28’ st CUADRADO 6: Gioca da terzino destro, naturalmente proteso in avanti nel momento di maggior sforzo della Fiorentina. Il suo è un rientro incoraggiante e dà speranza in un momento in cui sembra davvero tutto nero.
GONZALO RODRIGUEZ 6: E’ lui a deviare la pala sul tiraccio di Gargano che carambola alle spalle di Neto. Ma si riscatta alla grande con un gol dei suoi, svettando magistralmente sull’ennesimo calcio d’angolo di Borja Valero. Poi, nell’incredibile finale, anche lui va in barca, come tutta la difesa che riesce a prendere gol addirittura quando la partita è ormai finita.
SAVIC 5: Non è il difensore ammirato nella sua prima stagione fiorentina. Quello che non sbagliava un intervento e che giganteggiava in mezzo all’area viola. Il problema è serio perché dovrebbe essere uno dei punti fermi di un pacchetto arretrato che sta facendo acqua da tutte le parti e la colpa è anche sua.
ALONSO 5: Primo tempo imbarazzante. Lascia aperte voragini incredibili sulla sua corsia, il Parma lo capisce e insiste su quella fascia creando pericoli alla difesa viola a getto continuo. Non spinge, sbaglia sempre il primo controllo, andando nel panico quando ha la palla tra i piedi. Nella ripresa si riprende e riesce anche ad andare al tiro, ma l’azione finale nasce dalla sua parte e lui non riesce a coprire un pallone che potrebbe determinare la stagione viola.
PIZARRO 6,5: Detta i tempi alla manovra di una Fiorentina confusionaria, tutti i palloni passano dai suoi piedi e cerca disperatamente di dare un po’ d’ordine là dove l’ordine non c’è. Rientro importante, ma anche lui avrebbe potuto gestire in modo diverso quella maledetta azione finale.
BORJA VALERO 6: Più opaco rispetto a San Siro. Le tante partite giocate, praticamente tutte Coppa Uefa compresa, cominciano a farsi sentire anche sulle gambe dello spagnolo che negli ultimi minuti perde lucidità. D’accordo, togliere uno come lui per un allenatore è sempre difficile, ma non può reggere a questi ritmi forsennati.
AQUILANI 5+: Se nel mezzo c’è tanta confusione la colpa è soprattutto sua. Non riesce quasi mai a fare la cosa giusta, perdendo troppi palloni che finiscono per innescare le ripartenze del Parma. Un giocatore di levatura internazionale, quale lui pretende giustamente di essere, deve dare di più perché la Fiorentina ha bisogno della sua classe per non ritrovarsi più in situazioni così scabrose.
WOLSKI 5: Impalpabile, praticamente mai nel vivo del gioco e in costante affanno contro la difesa schierata del Parma che non gli dà spazi. Un netto passo indietro rispetto alla bella prestazione di Bergamo. Dal 1’ st VARGAS 7: Incredibile, sembra tornato quello dei vecchi tempi, quasi il suo passato oscuro fosse stato magicamente cancellato. Il copione sembra quello di un film e a vederlo estrarre dal cilindro un gol da sogno, che forse neanche lui credeva di avere più nel suo repertorio tecnico atletico, c’è da darsi i pizzicotti. Oltre alla prodezza scarica cross in quantità industriale. Peccato che nel mezzo non ci sia Mario Gomez che, di fronte a tanta grazia, andrebbe a nozze.
JOAQUIN 5,5: Primo tempo da mani nei capelli per la quantità di palloni persi. Fa sempre la stessa finta e i difensori del Parma non abboccano mai. Nella ripresa tira fuori il carattere e riesce a riprendersi, anche se alla volontà non corrispondono giocate all’altezza della sua fama.
ROSSI 6: Comincia bene, sveglio, pimpante, confermando di essere imprescindibile per questa Fiorentina. Ma il suo conto con la sfortuna evidentemente non è stato ancora del tutto saldato e c’è da chiedersi se davvero sia stato vittima di una qualche maledizione. Deve, infatti, uscire per un guaio muscolare già al 35’ del primo tempo. Dal 35’ REBIC 6: Movimenti incoraggianti e tanta voglia di emergere. La prima impressione è che si tratti di un attaccante importante, ma ancora acerbo. Eppure toccherà a lui sostenere tutto il peso dell’attacco nei prossimi impegni di campionato. Anche perché la Fiorentina non ha più punte di ruolo, dopo gli infortuni di Gomez e Rossi. Dovrà tirare fuori tanto carattere.
MONTELLA 5,5: Dire che sia bersagliato dalla sfortuna è puro eufemismo. Non bastavano gli infortuni di Gomez e Cuadrado, la doppia squalifica di Pizarro (rientrato stasera) e il guaio muscolare a capitan Pasqual. La notte del Franchi gli “regala” anche la tegola Giuseppe Rossi e adesso sarà davvero un’impresa mettere insieme un undici competitivo sul fronte d’attacco. Questi gli alibi, ma nel match col Parma non convincono alcune mosse: Wolski risulta inadeguato, Alonso non convince e la difesa fatica terribilmente. Corregge la formazione nella ripresa e la squadra torna a girare, anche se resta il neo evidente di una fase difensiva che non funziona, ormai da troppo tempo. Vedi la partita col Cagliari, quella con l’Inter e l’ultima col Parma. Si consola con “miracolo” Vargas, ma i problemi da risolvere adesso sono ben altri. E i punti persi rischiano già di compromettere la corsa al vertice. Per non parlare della difficile gestione del problema Neto.

Tommaso Borghini

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