NETO 6: Il Milan non tira mai in porta, merito della difesa viola che mette la museruola a Balotelli e compagni. Così il portiere viola non ha difficoltà a sbrigare l’ordinaria amministrazione, anche se proprio Balotelli, con un paio di cariche irregolari prova a farlo innervosire, ma non è il caso perché la Fiorentina sbanca per la terza volta consecutiva San Siro, prendendosi la rivincita sullo scippo subito l’anno scorso.
TOMOVIC 6: Gara senza sbavatura di un giocatore che, ogni volta che è chiamato in causa, non tradisce. La fascia destra è molto trafficata, ma lui non perde mai la bussola.
GONZALO RODRIGUEZ 6.5: Il monumento della retroguardia viola è in campo e la differenza si vede. Nonostante l’influenza e il Diavolo abbiano provato a metterci lo zampino, l’argentino è lì nel mezzo a dispensare la sua classe, senza lesinare il gioco duro quando serve. Soprattutto con Balotelli che cerca di metterla sul piano fisico, ma i duelli li perde tutti il rossonero, cercando soltanto un paio di simulazioni. E meno male che il simulatore era Cuadrado…
SAVIC 6,5: Si fa perdonare gli errori commessi col Napoli con una prestazione eccellente nella quale fa valere il suo strapotere fisico che lo consacra, oggi come oggi, fra i difensori europei più forti sotto il profilo atletico. Adesso dovrà dare conferme perché la Fiorentina ha iniziato la sua rincorsa ai quartieri alti e c’è bisogno di tutti.
PASQUAL 6,5: Capitano senza macchia e senza paura. Gioca da terzino basso nel primo tempo, perché il Milan prova a uscire dal suo infinito tunnel. Poi, nella ripresa, esce fuori dal guscio osando un paio di discese pericolose. Senza strafare, ma va bene così.
AMBROSINI 6: Accolto con gli onori che, giustamente, si dedicano a un ex capitano dal valore immenso, gioca con coraggio e determinazione finché gli regge il fisico. Purtroppo i problemi muscolari tornano a farsi sentire e deve alzare bandiera bianca dopo una mezz’oretta. Peccato perché avrebbe meritato di disputare da protagonista questa sua piccola – grande vendetta sportiva nei confronti di una società che lo ha scaricato senza tanti complimenti dopo 18 anni di onorato servizio. Dal 33’ VECINO: Il giovane uruguaiano entra in partita in modo sorprendente, quasi giocasse da sempre in questa squadra. Eppure era la sua prima vera apparizione, se si eccettuano alcuni spezzoni di gara. Bravo, perché dimostra di essere all’altezza sul piano tecnico, con il piglio del giocatore che vuole convincere il proprio allenatore del so valore.
BORJA VALERO 8: E’ il re indiscusso d San Siro. Lo sanno, loro malgrado, i tifosi del Milan che lo vedono sistematicamente segnare nel tempio rossonero. Ma questo, per lui, è un dettaglio perché il gol è soltanto una parentesi all’interno di una prestazione sontuosa nella quale fa impallidire il povero Montolivo che resta impotente al cospetto di un giocatore tecnicamente e caratterialmente così superiore che il paragone non merita neppure di essere fatto.
AQUILANI 6: Non è ancora ai suoi livelli, ma a San Siro si rende molto utile con la corsa e la voglia di non mollare un pallone. Mancano i colpi tecnici che sembra tenersi in serbo per altre occasioni. Un difetto che, probabilmente, dipende dai compiti che gli assegna Montella, in un centrocampo che ha bisogno anche di grinta e lui, da questo punto di vista, non si tira mai indietro. In attesa di tempi migliori.
VARGAS 7: Era dato per finito, ma il peruviano dimostra, alla Scala del Calcio, che non è così. Anzi il peruviano ha ancora molto da dare e quel sinistro su calcio di punizione da cui scaturisce il gol del vantaggio viola è il simbolo della sua voglia di tornare a grandi livelli. Una botta forte che, incocciando sulle gambe di Muntari, si tramuta in parabola imprendibile. Gisto così e, nel mezzo, c’è anche un’ottima prestazione con tanto sacrificio per la squadra nella quale vuole di nuovo essere protagonista.
MATOS 6,5: Il ragazzino è già cresciuto, se ne sono accorti gli spettatori di San Siro che quando il piccolo brasiliano tocca palla tremano e fischiano, intuendo che si tratta di un giocatore davvero importante. Zaccardo lo sta ancora cercando fra i fili d’erba del Meazza, senza trovarlo.
ROSSI 6: Per una volta veste i panni del gregario, preferendo lasciare al giovane Matos gli applausi e dedicandosi a un lavoro oscuro, di quelli che gli allenatori apprezzano moto, mentre i tifosi sono soliti gradire un po’ meno. Ma è giusto così perché la Fiorentina di San Siro aveva bisogno di questo e ci saranno altre occasioni per tornare a dimostrare la sua immensa classe. Dal 22 st JOAQUIN 6: Entra in campo con la personalità dei grandi giocatori, riuscendo a incidere in modo pesante sulla gara. La serpentina con cui ubriaca il dirimpettaio rossonero e serve la palla, respinta maldestramente da Gabriel, a Borja Valero per il raddoppio basta e avanza per regalargli il ruolo da protagonista della grande notte viola.
MONTELLA 7: Aveva ragione lui. Inutile piangersi addosso pensando agli insopportabili torti arbitrali subiti e alla squalifica ingiusta di Cuadrado. Si deve sempre guardare avanti, senza voltarsi a rimembrare ciò che si meritava e che gli infausti arbitraggi ti hanno sottratto. Questa è la mentalità per essere più forti delle ingiustizie e questa è la mentalità che ha adottato la sua Fiorentina che, senza il colombiano, Pizarro e Mario Gomez, domina la scena di San Siro umiliando il Milan e andando a cogliere tre punti che potrebbero dare la svolta alla stagione. Complimenti allo stratega viola che sta facendo grande la Fiorentina, facendo ruotare la rosa in modo