L’intervento del vescovo di Prato dopo la tragedia del Macrolotto
“Sono sgomento di fronte ad una tragedia che ricorda i tempi della rivoluzione industriale. Eppure è avvenuta oggi, tra le strade delle nostre zone produttive, nella Prato civile ed evoluta benché morsa dalla crisi economica.
Sette lavoratori hanno perso la vita nel rogo che ha avvolto l’azienda in cui operavano, probabilmente in condizioni molto precarie o addirittura disumane.
Una parola si impone sulle altre: «basta!». Per la nostra città è l’ora di mettere da parte posizioni ideologiche preconcette e tatticismi strumentali. È l’ora di una reazione unanime e di un soprassalto di umanità. «Basta!» a situazioni di lavoro non degne dell’uomo e delle conquiste sociali degli ultimi decenni; basta all’illegalità, che troppo spesso combina insieme gli interessi immorali di molti pratesi e le attività disinvolte di tanti imprenditori cinesi; basta allo sfruttamento della manodopera immigrata cinese, anche quando assume i connotati dell’autosfruttamento. La Chiesa di Prato lo ha affermato con chiarezza da molto tempo.
Di fronte a queste fenomeni appare fondamentale l’attività repressiva. Ma da sola non basta. Occorre intensificare la prevenzione. Ma anche questa non è sufficiente. Era – e da oggi lo è in modo ancora più stringente – ineludibile una nuova e coraggiosa politica (quella con la P maiuscola, se occorresse precisarlo) che non si attardi su quel che è stato fino ad oggi ma guardi al futuro, un futuro dove l’immigrazione non è più un’emergenza ma un dato strutturale con cui confrontarsi. Intendo una politica condivisa, da istituzioni, partiti, categorie sociali e associazionismo e che metta al centro i diritti, la giustizia e lo sviluppo. Ognuno deve tornare responsabilmente a fare la sua parte per il bene comune e impegnarsi per abbattere i muri dell’incomunicabilità tra cinesi e italiani. Gli imprenditori orientali che sono tra noi avvertano l’imperativo morale del dialogo e si lascino aiutare a bonificare le imprese e il lavoro. Imprenditori e sindacati italiani siano la prima linea di questa frontiera. La nostra grande Prato merita questo impegno. Ce lo impone ancora prima la nostra coscienza. I sette morti del Macrolotto 1 ce lo chiedono oggi e ne saranno monito futuro.”
Franco Agostinelli, Vescovo di Prato