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Al ridotto del Metastasio di Prato tutto su Sem Benelli e Giuseppe Verdi

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sem benelliIn occasione del primo centenario della nascita di Giuseppe Verdi, quello del 1913, il Comune di Genova chiese a Sem Benelli di organizzare la manifestazione per la commemorazione del grande compositore.
A Genova infatti Verdi soggiornava spesso e la città era a lui molto cara, tanto da ambientare proprio nella Repubblica marinara una delle più belle sue opere:il Simon Boccanegra.
Il poeta e drammaturgo pratese era anche lui “ligure d’adozione”, per la sua dimora-castello di Zoagli. Accettò di buon grado l’incarico, collaborando con il giornalista Marescotti. Si chiese a Benelli se fosse possibile metter giù dei versi per farne poi un’ode in memoria per la musica del contemporaneo Francesco Cilea, compositore siciliano sulla cresta dell’onda per il recente successo di “Adriana Lecouvreur”. Ne uscì una cantata per coro e tenore attribuita a Cilea e a Benelli.
Dalla collezione in mostra al Ridotto del Metastasio si scopre che il testo poetico è erroneamente attribuito a Sem Benelli. Un autografo di Benelli possedoto appunto da Goffredo Gori svela il mistero per bocca dello stesso Benelli: “Il Canto della vita”… ( questo il titolo della cantata) non ho mai scritto quei versi, quelli sono versi qualunque”. L’idea del “Canto della vita” era in effetti di Benelli; ma la smentita autografa indirizzata al Marescotti è eloquente.  Però chi compra oggi l’incisione di quella cantata continua a trovare scritto : musica di Cilea – testo di Sem Benelli. 
Ecco svelata dunque una falsa attribuzione proprio per mano di Sem Benelli, grazie ai cimeli verdiani della collezione di Goffredo Gori donata alla città, in mostra fino all’11 gennaio al Teatro Metastasio di Prato. 
E di aneddoti da raccontare e scoprire in mostra ve ne sono davvero in quantità.

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