A seguito del grande successo di pubblico la mostra Giorgio Vasari e l’allegoria della Pazienza allestita presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti resterà visibile eccezionalmente fino al 9 febbraio 2014. L’opera, assegnata al Parmigianino negli inventari di Palazzo Pitti, catalogata nelle prime guide del museo sotto il nome di Francesco Salviati, attribuita poi a Girolamo Siciolante da Federico Zeri ed oggi riconosciuta come frutto di collaborazione tra Giorgio Vasari e lo spagnolo Gaspar Becerra, ha una storia collezionistica complessa, che coinvolge alcuni importanti personaggi legati alla corte di Cosimo I e allo stesso Giorgio Vasari. La mostra, a cura di Anna Bisceglia così come il catalogo edito sa Sillabe, indaga su questi aspetti seguendo il filo delle committenze, le fonti letterarie, i percorsi degli artisti, sullo sfondo complesso e affascinante dell’Italia delle corti. Accanto all’Allegoria della Pazienza figura la versione dello stesso tema eseguita da Camillo Filippi e conservata presso la Galleria Estense di Mantova (1554 ca.), da cui proviene anche il busto di Ercole II scolpito da Prospero Sugari (1554), sul cui basamento è effigiata la stessa virtù, e le medaglie di Pompeo Leoni sempre per il Duca (Firenze, Bargello, 1554 ca.). Accanto a queste, ad illustrare il motivo iconografico nella sua complessa genesi, una grande tavola proveniente dall’Accademia di Venezia. Essa è parte di un soffitto a scomparti lignei eseguiti per la famiglia Corner nel 1542; è presente inoltre la piccola tavoletta degli Uffizi, nota erroneamente come Artemisia che piange Mausolo, ma che deve riconoscersi invece come una Pazienza, e ancora alcuni disegni e incisioni del Gabinetto Disegni e stampe di Firenze.