Nessuno ne parla mai, per ipocrisia, timore dei potenti, quieto vivere. Sfilano fuga di notizie di inchieste su magistrati, di scontri fra giudici, al di là e al di fuori della giurisprudenza e imperniate su il comportamento dei medesimi nello svolgimento della professione. Cose che lasciano attoniti, non tanto perché pensiamo che i magistrati siano superuomini incapaci di sbagliare, ma piuttosto perché, alla fin fine la Giustizia è sempre la Giustizia, e ognuno di noi è legato a un vecchio adagio: le sentenze non si discutono. Così almeno diceva anche mia nonna, donna di sani principi e fede in Dio e negli uomini. E proprio il fatto che le sentenze non si discutono, non vorremmo mai dover discutere su comportamenti di uomini che le sentenze le scrivono.
Ultimo faccia a faccia fra magistrati è quello emerso recentemente fra Firenze e Prato, derivato da una serie di intercettazioni che ancor prima d’essere interpretate, sono finite, come costume, sui giornali. Intercettazioni alle quali ognuno da la propria lettura e sulle quali esprime il proprio punto di vista. Ovviamente dal polverone è venuta alla luce anche una sorta improbabile storiella che ha rischiato di riaprire il caso delle P massoniche. La P4 mi sembra. Una loggia ultrasegreta, evidentemente eversiva Ma era un cambio di indirizzo.
Forse gestire le notizie e amministrare la giustizia, meriterebbe un po’ di attenzione in più che non parlare di sport. Non tanto per coprire giudici o coprire massoni ‘segreti’. Ma per tutelare i lettori. I cittadini.