Inutile cercare giustificazioni, come ha fatto Montella ai microfoni di Premium subito dopo la dura sconfitta di Cagliari. La Fiorentina al Sant’Elia ha pasticciato, non è mai riuscita a trovare il bandolo della matassa con i rossoblu sempre pronti a chiudere ogni spazio possibile bloccando così il fraseggio tipico della squadra viola.
Una dura sconfitta, non tanto nel risultato, ma per come è venuta avanti. E’ la prima volta nella gestione Montella che abbiamo visto giocatori che sembravano in campo solo per se stessi e non per un gioco di squadra, per portare avanti il gioco che ha caratterizzato fino a questo punto del campionato gli schemi voluti dall’allenatore. C’è da chiedersi se questa involuzione è dipesa da fatti contingenti oppure è iniziata una fase discendente. Oppure una miscellanea di giocatori che non avevano alcun affiatamento fra loro.
In questa fase siamo propensi a pensare ad un fatto episodico. Ecco perché?
Montella: Non è facile capire perché L’allenatore abbia fatto scelte fuori dal suo modo di gestire la squadra. Troppi centrocampisti, alcuni ancora fuori condizione come Ilicic e sopratutto Anderson. Ieri il nuovo arrivato ha fatto vedere di essere lontanissimo dai tempi migliori. Se c’era partita giusta per Pasqual era questa (Vargas inesistente) , per non lasciare da solo Matri che in ogni occasione appena aveva la palla veniva attorniato da tre cagliaritani. Anche lui è naufragato. E’ vero che la squadra ha giocato malissimo ma era stata messa in campo malissimo, con scelte che fanno pensare.
I dubbi
La trasferta di Cagliari va oltre la sconfitta. Ha aperto una riflessione sulla politica della società che forse ha trovato, dopo tanti anni di successi a livello planetario, qualche crepa. Crepa che è arrivata con l’ingresso in campo fra le fila del Cagliari di Vecino, che in quel breve spazio ha fatto vedere cose migliori di Ilicic e Anderson. E’ la conferma che Montella non crede nei giovani?, che non è in grado di far crescere in casa giocatori da fare esperienza che la società gli ha messo a disposizione? Se i giovani non sono all’altezza qualcuno lo deve dire senza tenerli in panchina o in tribuna, o mandarli in giro a fare esperienza.
Visto che molti di questi giovani sono rimasti a Firenze sarà bene che qualcuno si prenda la briga di prendere decisioni. In società o in fase tecnica. Ci vuole coraggio e in questo momento in casa viola è una parola che nessuno vuol usare. Cosa che a Cagliari conoscono bene. Sau e Murru giocano per 90 minuti, Matos al massimo gioca 20 minuti e non fa a tempo a riscaldarsi che la partita è finita. Come fa a crescere?
Insomma c’è qualcosa che è girato a Cagliari, speriamo che il giocattolo non si sia rotto sperando che il nervosismo di Montella nel dopo partita non sia la cartina di tornasole.
Piero Campani
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