Google alleata del vero Made in Tuscany. Sono 14 le eccellenze toscane, tra prodotti tipici e artigianato, pubblicizzati a livello globale da “Google” nell’ambito del nuovo progetto “Made in Italy” (google.it/madeinitaly).
La mega vetrina formata da 102 mostre digitali italiane curata dal Cultural Institute di Mountain View in partnership con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e Unioncamere si pone l’obiettivo di promuovere e valorizzare le principali eccellenze italiane e allo stesso tempo di combattere attraverso il web e la conoscenza da parte degli utenti-navigatori, i prodotti contraffatti. Nell’elenco dei prodotti tipici presentati dal portale – fa sapere Coldiretti Toscana (info su www.toscana.coldiretti.it) troviamo quattro delle più famose produzioni agroalimentari toscane: il Chianti Classico, il Farro della Garfagnana, il Prosciutto Dop e l’olio “Terre di Siena” Dop. Le schede realizzate da Google descrivono (in lingua italiana ed inglese) i prodotti mediante l’utilizzo di immagini ad alta definizione, video, documenti storici, racconti, riferimenti storici esaltando con la geo localizzazione il legame con il territorio ed il contesto ambientale dove sono realizzati, vero valore aggiunto dei nostri prodotti. “Abbiamo trovato un importante alleato internazionale nella lotta al falso Made in Tuscany alimentare che costano, solo per il nostro agroalimentare, 6 miliardi di euro l’anno e 30mila posti di lavoro nella filiera”: spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana nel commentare il progetto “Made in Italy: eccellenze in digitale” che coinvolge anche i 259 prodotti alimentari italiani riconosciuti dall’Unione Europea come denominazioni di origine (Dop/Igp) e le 2 3 Specialità Tradizionali Garantite (Stg). “E’ un segnale positivo – spiega ancora – di attenzione e grande rispetto nei confronti dei nostri prodotti in vista dell’ Expo che deve rappresentare l’occasione per fare conoscere la vera identità del prodotto italianoall’estero dove il nemico maggiore – sostiene – sono le imitazioni low cost con il cosiddetto “Italian sounding” che colpisce i prodotti più rappresentativi dell’identità alimentare nazionale”.