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Bancarelle al Piazzale? Nardella si è iscritto alla scuola occulta di alta specializzazione in stupro delle città

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 di Umberto Ccchi <br>Deve esistere da qualche parte una scuola occulta di alta specializzazione in stupro delle città. Occulta perché riservata a pochi eletti. Da Attila al sindaco di Roma. E sembra che in questi giorni vi si sia iscritto anche Nardella, vicesindaco di Firenze, con ampie assicurazioni di diventarne il sindaco effettivo.
dario-nardella-cecchiSembra una corsa al cupio dissolvi: si cerca da una parte di salvare San Lorenzo dalle bancarelle, si cacciano via, con decisione i bancarellai – che ci lavorano e ci campano la famiglia, e quindi bisogna necessariamente trovar loro uno spazio sostitutivo – e come spazio sostitutivo si individua piazzale Michelangiolo, già preso di mira da diverse amministrazioni come centro di sgombero tuttofare. Quando non si sa dove mettere qualcosa si scaraventa amabilmente sul piazzale che il bravo Poggi aveva disegnato per essere una terrazza su quella Firenze che anche lui aveva manipolato non poco per renderla degna di diventare capitale.
Il piazzale è uno dei monumenti fiorentini, non un cortile di sbratto occasionale. Metterci oggi le bancarelle di piazza San Lorenzo, significherebbe ripulire la piazza fiorentina e rendere visibile finalmente la bellissima basilica, ma contemporaneamente chiudere il panorama di Firenze al culmine del Viale dei Colli. Poggi inorridirebbe, Spadaro non saprebbe più dove mandare la sua carrozzella con gli innamorati, i turisti e i fiorentini, anche quelli più scettici, non avrebbero più la loro terrazza con vista. Ma un mercato rionale con gran confusione di bancarelle, gente vagante senza meta, parcheggi ricavati a caso, autobus assedianti i dintorni.
I parigini non lascerebbero mai fagocitare Montmartre da una folla in cerca di cinture, calzoni corti con ciondoli, grembiuli con il David con pene e testicoli in evidenza. Altro che sindrome di Stendhal, sindrome da discarica, sarebbe. E pensare che Poggi, aveva pensato ‘La Loggia’ come sede per il museo del Michelangelo. David compreso.
Ma a Firenze siamo tutti un po’ mistificatori, a Giovanni Acuto, avevamo promesso un monumento equestre e glielo abbiamo fatto, è vero, ma  dipinto. Da Paolo Uccello, certamente, ma dipinto non scolpito in marmo come voleva il capitano di ventura innamorato della città. E in quanto al David, lo abbiamo sostituito i mezzo alla piazza con una copia verdognola  che sembra reduce da una cura dimagrante.
E ora le bancarelle. Che vanno sistemate, certo, ma nel modo giusto, non a caso, tanto per chiudere un problema e aprirne un altro, come da tradizione.  Allora perché non a Novoli dove si stanno liberando molti spazi che si pensa di riempire con le soluzioni più diverse? O in zona Cascine, pressi piazzale del Re, per renderle più vivibili e meno puttaniere? Oppure a….Insomma, non sono io che devo indicare dove, Renzi non ha mica lasciato me a fare le sue veci.
Il problema non è solo conoscere le città, la loro morfologia e urbanistica, ma saperne la storia, gli sviluppi, gli scempi, come quando Graziano Cioni mise i vu’ cumprà sull’Arno proprio al ponte ( vi ricordate ancora quale?)  per toglierli dalle strade. I furbi restano sulla strada e gli obbedienti videro finire le loror attività  in riva d’Arno per mancanza di acquirenti. Le città sono un corpo vivo. Guai a ferirle, far risarcire le ferite è poi sempre difficile. Se siamo noi i primi a non rispettarle come possiamo chiedere rispetto a torme di turisti che spesso non sanno neppure dove sono ma scrivono il loro nome ai piedi delle statue, o le mutilano?
Pensavo che questa fosse proprio la volta  di Eugenio Giani, a fare il sindaco, che Firenze conosce bene, ma la politica ha i suoi misteri, e quindi non è stato così. Peccato. Sia chiaro: non ho assolutamente nulla contro Nardella, ritengo incivile aggredirlo invece di discuterci, ma anche questa è prassi fiorentina: quando si pensò di ampliare le licenze per i tassisti questi invasero la sala consiliare. E l’amministrazione fece passi indietro. E’ la forza dei Ciompi, che a volte è anche l’unico modo per essere ascoltati, ma è anche la debolezza di chi amministra, che spesso non è in grado di fare scelte giuste né di difenderle. In ogni modo, spero, niente bancarelle al Piazzale. Per Firenze.         

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