E’ allucinante. Per fare bella figura, i signori seduti attorno al tavolone di Palazzo Chigi, proseguono la dissennata politica del governo Monti. Tasse, altre tasse, altre tassette. Ma il governo non le chiama così, le chiama arrangiamenti, adeguamenti, manovre, nessuna mano in tasca a nessuno. Ipocrisie sulle quali la politica campa da sempre. E i media la mantengono. Anche quella dei giovani, evidentemente.
I cittadini sostengono di aver paura. Mai come oggi i furti con scasso nelle abitazioni, hanno raggiunto vette così alte. Sequestri in casa, torture a vecchi trovati soli a sonnecchiare davanti a una stolta TV , follie per le strade, malavita organizzata in crescita, felice di crescere grazie anche a un pugno di scrittori che non hanno altro tema che la Mafia o la Camorra per farsi conoscere, e attorno a tali schifose organizzazioni hanno creato la leggenda. Difficoltà a gestire l’immigrazione, una parte della quale ha comportamenti civili e corretti, ma un’altra parte necessita di controlli continui, si allea alla malavita locale e si muove con una ferocia degna di tempi ben peggiori dei nostri. Eppure, viste queste cose, si taglia fra le forze dell’ordine. Si sguarniscono trecento presidii, che operano – operavano- in posti dove un ministro o un sottosegretario è mai passato e dei quali sa poco. Anzi nulla.
Un solo esempio di casa nostra: Prato. 50 mila cinesi in una città di 200 mila abitanti, che ha anche quaasi trentamila immigrati di altre etnie, fra latinoamericane, mediorientali, e così via. Una realtà che una amministrazione locale da sola non può affrontare, se non, come accade a Prato, con inutili e sterili raid messi in atto di tanto in tanto. Utili solo a far scrivere qualcosa ai giornali, ma assolutamente inadatti a portare le regole dove non ci sono. Sono venuti ministri, convinti che Prato avesse settantamila abitanti. Meravigliati che invece settantamila o quasi fossero solo gli immigrati.
Faremo di tutto, hanno detto. E sono spariti nei palazzi romani.
Il Presidente della Repubblica riceve i pratesi. Si impegna. Festa grande! Solo che il giorno dopo accanto all’impegno del Presidente, si legge che la Polizia postale pratese verrà eliminata come in tante altre città.
Le truffe più importanti, l’esportazione di danaro e i suoi impieghi, gli immigrati cinesi le fanno tramite posta elettronica, non con l’abaco come credono i nostri ministri pur non sapendo cosa è l’abaco. Chiudere la Polpost a Prato significa dare un ricostituente a chi trasgredisce. A chi esporta danaro. Impoverire polizia e carabinieri, in una città come Prato, ma in tutte le città, dove in genere i due corpi sono già poveri – una volta mancano le macchina un’altra gli uomini, una terza la benzina – vuol dire non sapere di cosa si parla. E lo stesso vale per la Finanza. Non solo per questa che è la terza città del centro Italia, ma per altri centinaia di centri inclusi in questa ‘epurazione’.
Per non parlare dei Vigili del Fuoco e della loro riorganizzazione. Altra palese ipocrisia. Mal si riorganizza riducendo uomini e spese. In un Paese dove l’abbandono totale della campagne, delle montagne e dei fiumi, provoca continui drammi, resi ancor più gravi da scosse telluriche sempre più frequenti e distruttiuvi, Protezione Civile e Vigili del Fuoco, oggi, in Italia, sono in prima linea e godono di scarsa attenzione.
Il governo dei giovani purtroppo soffre di un male da vecchio. Il vezzo di far polverone facendo credere di agire per rafforzare il paese e la comunità, e invece, al di la delle parole che sono solo strepito e cenere, lo impoverisce. Svilendolo.