Venti condanne per i danni provocati nel Mugello dai lavori per la costruzione della Tav fra Firenze e Bologna. Le pene più alte, quattro e anni mezzo di reclusione, sono state inflitte ai vertici del Cavet, il consorzio che si aggiudicò l’opera, iniziata nel 1996 e finita nel 2009. La sentenza d’appello bis, a Firenze, è arrivata dieci anni dopo l’inizio del primo processo: 31 gli imputati, compreso, per responsabilità civile, il Consorzio Cavet, controllato da Impregilo.
Le condanne riguardano soprattutto lo smaltimento delle terre di scavo: il tratto è di 78,5 km, di cui 73,3 in galleria. Ancora oggi, ha sostenuto il pm Giulio Monferini, quei rifiuti rilasciano sostanze inquinanti, come gli idrocarburi, che finiscono nelle falde. Il valore dei danni ambientali stimati nel corso dell’indagine – i reati sono in parte caduti o prescritti – si aggira attorno ai 750 milioni di euro. Il pm parlò, tra l’altro, di disseccamento e impoverimento di 81 corsi d’acqua, 37 sorgenti, una trentina di pozzi e cinque acquedotti.
Le pene più alte stabilite dalla corte d’appello di Firenze sono per Carlo Silva, Pierpaolo Marcheselli e Franco Castellani, accusati di traffico illecito di rifiuti. Sempre per Cavet, due anni e un mese di arresto sono stati inflitti all’ex ad di Impregilo Alberto Rubegni e a Giovanni Guagnozzi. Entrambi rispondono di omessa bonifica. I giudici hanno stabilito risarcimenti danni (che saranno quantificati in sede civile) per lo Stato, il ministero, Regione, Comuni e Province del Mugello e hanno ordinato a Cavet di bonificare il territorio, riportando lo stato dei luoghi a come era prima dei lavori per la tav.
Fra i danni che dovranno essere risarciti ci sono anche quelli per l’omessa bonifica di alcuni corsi d’acqua che, secondo l’accusa, sono stati inquinati. “I vertici Cavet – ha spiegato uno dei legali del Consorzio, Giuseppe Zanalla – sono stati assolti per la gestione dei siti di proprietà o gestiti dal Consorzio. Le bonifiche, riguardano quindi siti esterni. Resta poi da capire – ha aggiunto – perché il traffico illecito di rifiuti sia stato ritenuto prescritto in alcuni casi e non in altri”.
Questa è la quarta sentenza: nel 2009, in primo grado, vennero condannate 27 persone, con pene da tre mesi d’arresto a 5 anni di reclusione, e vennero stabilite provvisionali per il risarcimento danni di oltre 150 milioni di euro. Nel giugno 2011, in appello, gli imputati venero assolti. L’anno scorso la Cassazione ha ordinato un nuovo appello, quello che si è chiuso oggi a Firenze. Il pm Monferini parla di “condanna severa” che ha ”recepito la ricostruzione dell’ accusa”.