La verità di fronte alla quale ci troviamo è che siamo stati noi a chiedere in conferenza di programmazione dei lavori, prendendo spunto dalla brutta storia di Firenze Fiera, questa informativa. Ritenevamo di offrire anche al nuovo assessore l’opportunità di cominciare a spendere di fronte al consiglio qualcosa in più rispetto a fenomeni così rilevanti della vita economico-sociale della nostra regione».
«La comunicazione è ‘in grigio’, cioè fotografa lo stato dell’arte. Non esiste in Toscana un sistema di tipo regionale, e questo lo si ricava sia dalla comunicazione che dal tenore degli interventi figli spesso di un’ottica cittadina incapace di creare un sistema di cui invece la Toscana avrebbe bisogno. Manca la linea politica: manca dinanzi a Firenze Fiera, dinanzi alle strutture di Carrara e dinanzi al sostanziale isolamento del polo aretino. Cosa intende fare la Regione? Mandare avanti questa situazione di fallimento non dichiarato, con risvolti anche a ben guardare scandalosi, per chi volesse trovarci lo scandalo. Mai qui abbiamo parlato di Firenze Fiera come elemento propulsivo dell’economia toscana, ma solo per i problemi di bilancio».
«Si vuole oggi la Regione assumere il compito di rilancio, o si limita a produrre una fotografia del declino di questo sistema? La crisi del settore non basta a giustificare lo stato delle strutture toscane. Certo, forse erano fiorite manifestazioni che non avevano le gambe per camminare e quindi magari adesso si va verso un prosciugamento fisiologico che potrebbe essere l’occasione per una ripartenza credibile. Ma occorrono figure manageriali dotate di capacità e di fantasia, e bisogna forse iniziare a interrogarci su certe strutture e sulla loro idoneità, e penso alla Fortezza da Basso di Firenze che forse non è adatta ad accoglieretutte le manifestazioni».
«Leggere i conti lo sappiamo far tutti: ci giriamo tra le mani le pagine di un fallimento non dichiarato ma evidente in cui spesso si è ripianato consentendo agli organismi di rimanere in vita fuori dalle condizioni di mercato. Questo risultato è una sfilza di fallimenti, compito della politica è chiedersi se vogliamo continuare a tamponare le falle o se non sia il momento di cambiare strada. Noi chiedevamo una comunicazione di questo tipo. Se si allargano le braccia, questo è un atteggiamento elusivo privo di prospettive importanti per la Toscana. La crisi passerà, ma le situazioni vanno risanate e noi auspichiamo che in un futuro prossimo la giunta possa ripresentarsi in aula con idee di carattere strategico».