A distanza di anni è arrivata la conferma che ancora una volta Diego della Valle difficilmente sbaglia giudizi. Aveva chiesto, il patron della Fiorentina, maggiore chiarezza. Fin dall’inizio. Così anche per la questione Rossi, che giustamente si è sentito preso in giro. Chiarezza che ha dimostrato il selezionatore della nazionale tedesca dicendo a Gomez che non se la sentiva di portarlo in Brasile. Ma da subito non dopo un inutile e dannoso, psicologicamente per il giocatore, un periodo di prova.
L’aver rimandato a casa Pepito Rossi è da condannare per come si è svolta tutta la questione. Una farsa. Da teatrino napoletano. Guarda caso!!! Non vogliamo prendere in considerazione l’aspetto tecnico. Spetta all’allenatore decidere. Da mettere sotto inchiesta è il comportamento di Prandelli che ha fatto solo demagogia partendo con l’intenzione di portare Pepito in Brasile, ma assecondando, strada facendo, le pressioni mediatiche che sono partite da certe società, dai giornali e dalla stessa Rai che hanno fatto il tifo sfacciato per Cassano (vedere i servizii di Amedeo Goria su Raisport1) e per Insigne.
Comportamento. Dopo averlo illuso a lungo Rossi, aver detto più volte che è un esempio di professionalità al momento della partita verità Prandelli ha inserito Rossi in una squadra che era un mix di giocatori che si trovavano assieme per la prima volta più che una vera formazione. Mandato a una bocciatura sicura, pensando di superare a pieni voti l’esclusione di Rossi. Invece no. Quante palle ha ricevuto Rossi? Quattro forse cinque. Allora come fa Prandelli e certa stampa a dire che il provino non è andato bene. Doveva far giocare Rossi assieme al centrocampo titolare (Pirlo& Co)per capire se era il caso di portarlo in Brasile. Sembra tutto studiato per offrire sul piatto dei grandi club un responso negativo.
Da mettere sotto torchio anche il presidente della Federazione, Abete che si è permesso di rinnovare il lauto contratto prima dei mondiali del 2014. Con soldi nostri. Senza aspettare il risultati dei Mondiali.