Tante parole nel dopo partita, tante pagine riempite per la ricerca di una filosofia che potesse calzare a pennello sulla rivoluzione di Montella. La decisione dell’allenatore è stata la naturale conseguenza della “famosa” cena con Della Valle. La rimpatriata è servita a mettere a punto una cosa semplicissima. Per uscire dalla situazione in cui la Fiorentina si era trovata era necessario recuperare l’assetto secondo le caratterstiche di ciascun giocatore. Ed ecco che avendo deciso di affiancare Cuadrado a Gomes era necessario trovare un elemento che si trovasse a suo agio sulla fascia. La scelta, obbligata, è caduta su Joaquin. Così pure sulla fascia destra dopo la decsione di puntare suna difesa a tre fatta da gente tosta come Savic, Gonzalo con l’aggiunta di Basanta. Un giocatore di peso che nonostante lo scatto di Gomez in occasioine del pareggio del Verona ha fatto vedere di essere un difensore tenace, pronto a spazzare via la palla in caso di affanno. Quello che mancava alla difesa viola.
Sistemate queste pedine e scelto questo modulo i tasselli per il completamento della squadra è venuto naturale. Senza stravolgere il sistema. Il problema era la scelta del giocatore, ma non nel modo di giocare. Ecco Mati Fernandez preferito a Aquilani e Kurtic. In questo assetto troverà sempre più difficile la collocazione Ilicic che si presenta come un’alternativa a Cuadrado e non più un esterno in appoggio al centrocampo.
Adesso arriva la trasferta a Giungamp che dal punto di vista della classifica non dice più niente. La curiosità è solo indirizzata a Montella per capire se vorrà confermare la scelta tattica di Verona oppure continuare nella sua volontà di stravolgere ancora una volta l’assetto della squadra. Cosa mai lasciata dall’inizio del campionato