Movimento cinque stelle e Sel annunciano una mozione di sfiducia nei suoi confronti del ministro Lupi (coi vendolinani che chiedono un documento comune per aumentare le possibilità di successo), mentre la Lega chiede (nuovamente) che a lasciare sia il ministro Angelino Alfano: “Lupi venga in Aula a spiegare. Per noi è una priorità: siamo pronti a salire sulle barricate e a bloccare i lavori parlamentari”.
Perfino i democratici appaiono poco propensi a difendere il ministro: “Ognuno risponde dell’opportunità delle proprie scelte ed è bene che il ministro Lupi venga in Parlamento per rispondere alle richieste di chiarimento” taglia corto l’ex responsabile Giustizia del partito, il deputato Danilo Leva. Per il capogruppo al Senato, Luigi Zanda, va invece cambiata la legge obiettivo, “partorita” proprio da Incalza, perché è da lì “che negli ultimi vent’anni e’ nata gran parte dei guai degli appalti per le grandi opere pubbliche”. Intanto il blog di Beppe Grillo – fra lupi, canguri, gufi e giovani marmotte – ironizza sul governo che “pare un zoo” e attacca, forte dell’interrogazione su Incalza presentata mesi fa in Parlamento : “Non un ministro, ma un difensore d’ufficio. Lupi deve dare spiegazioni, dimettersi e restituirci fino all’ultimo centesimo tutti i quattrini che si è beccato come Ministro delle infrastrutture. Le persone che si è messo vicino per la gestione di soldi e appalti sono state arrestate dopo anni che agivano indisturbate all’interno delle Istituzioni. Perché Lupi le ha scelte e perché Lupi le ha coperte?”. Solo gli alfaniani difendono Lupi. Il capogruppo al Senato Maurizio Sacconi si dice certo che il collega di partito “saprà in ogni sede descrivere la trasparenza e correttezza di tutti i processi decisionali”. Per Renato Schifani “nessun passo indietro è ipotizzabile” perché “il ministro Lupi non è indagato, e da quanto finora emerso non è rilevabile alcun comportamento né penalmente rilevante né politicamente censurabile”.
Secondo l’accusa, Lupi avrebbe ricevuto da Stefano Perotti – uno degli imprenditori finiti in manette, considerato l’alter ego di Incalza – alcuni benefit, tra cui un incarico all’Eni da circa 2mila euro al mese per il figlio Luca (al quale viene regalato anche un Rolex dal valore di 10mila euro in occasione della laurea) e abiti di sartoria.
Che Incalza sia un uomo influente, uno che conta davvero, lo dimostra anche un’intercettazione telefonica in cui lo stesso Incalza si vanta con un’amica di “aver trascorso la notte a redigere il programma di governo che il Nuovo Centrodestra avrebbe dovuto presentare e di essere in attesa del benestare di Alfano e di Lupi”.
Stando a quanto riportato dall’ordinanza, lo scorso 2 luglio, Lupi va in Parlamento a difendere Incalza nell’ambito di un’interrogazione del M5S, leggendo un testo preparato dall’avvocato di “Ercolino”.
Ma l’influenza di Incalza su Lupi non si esaurisce qui. La sera del 16 dicembre 2014 – scrive il giudice nell’ordinanza di cattura – il ministro Lupi chiama l’ingegner Incalza e rivendica il merito di aver bloccato l’emendamento con la richiesta di trasferire la Struttura tecnica di missione alle dipendenze della presidenza del Consiglio dei ministri: “L’altra cosa che mi dispiace e ne parlerò con la Ida domani, è questa roba per cui è evidente che… cioè ancora continuare a dire che nessuno ha difeso la Struttura tecnica di missione mi fa girare molto i c… eh! scusami, perché se non l’avessi detta io, se non fossi intervenuto io, lasciate stare il Pd che la vuole trasferire, non entrava nell’emendamento governativo questa cosa qui”.