Torna al Porto Antico di Genova Slow Fish (dal 14 al 17 maggio), la manifestazione internazionale che unisce il piacere di gustare il cibo alla discussione dei problemi del mare e delle specie ittiche. Organizzata da Slow Food Italia e Regione Liguria, in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, la rassegna sarà inaugurata dal ministro Maurizio Martina. Poichè tutte le azioni umane, anche il semplice lavaggio dei piatti in casa, alla fine hanno effetti devastanti sul mare in cui nuotiamo e da cui ci nutriamo, è necessario un cambio di rotta dicono gli organizzatori di Slow Fish.
E la parola d’ordine dell’edizione 2015 – ‘cambiamo rotta’, appunto – viene sostenuta e spiegata con suggerimenti, indicazioni, esempi, promesse, portate a Slow Fish soprattutto dai protagonisti del mare – pescatori, pescivendoli, consumatori, istituzioni, scienziati, organismi autonomi (come i ‘gruppi di azione costiera’) -: se si fanno le cose nel modo giusto, dicono a Genova i responsabili di Slow Food, tutti quanti i cittadini di questo mondo e di questo mare, possono ogni giorno contribuire a salvare il Mediterraneo, così danneggiato da anni di cattive azioni da meritare oggi un aiuto. A Slow Fish non si parlerà dunque solo di petroliere e trivellazioni, sovrappesca o acquacoltura intensiva, ma anche di ciò che accade in casa nostra, dall’uso eccessivo di detergenti non ecologici alla proliferazione dei contenitori in plastica.
“Salvare il mare è il primo passo per nutrire il pianeta” spiega il presidente di Slow Food Gaetano Pascale. “Per far ciò però dobbiamo coltivare la terra, allevare animali, alimentare le nostre automobili stando attenti a non erodere il capitale naturale senza poi ripristinarlo o migliorarlo, pena la non sostenibilità tout court e l’impossibilità di nutrire il pianeta”. Genova sarà testimone di due eventi inediti legati a Slow Fish: una grande alleanza tra pescatori e agricoltori, sancita con protocolli di buone pratiche per combattere l’uso intensivo di prodotti chimici nei campi, e la presentazione del primo presidio nazionale di Slow Food, dedicato all’olio extra vergine di oliva. Questi temi trovano spazio nel programma di eventi portati a Genova da Slow Fish, che offre un’esperienza multisensoriale in cui l’assaggio si completa con il piacere della cultura legata al cibo.
Le strutture della manifestazione che riempiono di colori e sapori i moli del vecchio porto e piazza Caricamento, proprio dove iniziano i carruggi (vicoli) del centro storico, ospitano dal 14 al 17 maggio ventuno Laboratori del Gusto, in cui artigiani e chef guidano le degustazioni affiancati da biologi marini e pescatori; 8 lezioni della Scuola di Cucina e 4 Appuntamenti a Tavola con star della cucina italiane e internazionali. L’attenzione è rivolta come sempre soprattutto ai bambini nello spazio Slow Food Educazione, perché comincino fin da piccoli a scegliere cibi che non deturpano l’ambiente e fanno bene alle comunità locali. In gita con la scuola o a passeggio con la famiglia, grazie all’esperienza diretta del mondo marino e al confronto con i pescatori, potranno portare a casa un ricco bagaglio di conoscenze.
Slow Fish è anche l’occasione per fornirsi di prodotti della ‘buona spesa’, che non significa scegliere in modo elitario ha sottolineato il presidente Gaetano Pascale ma orientarsi verso prodotti “sostenibili, etici e, soprattutto, salubri”. Tra le novità dell’edizione 2015 la presenza di una trentina di produttori dei Mercati della Terra liguri di Cairo Montenotte e Sarzana che completano il Mercato dove acquistare il prodotto fresco e conservato, olio, spezie, sale, alghe e derivati, e l’ offerta del mercato ittico di Genova, straordinariamente aperto tutto il giorno durante la manifestazione.
Un programma di conferenze dei Laboratori dell’acqua propone inoltre il confronto di idee tra pescatori da tutto il mondo che condividono battaglie e prospettive, esperti che raccontano con un linguaggio semplice e diretto le problematiche che affliggono il mare, donne e uomini impegnati a migliorare ogni giorno la Terra che lasceremo in eredità alle generazioni future.