Vista la documentazione presentata dalle Province toscane con cui si dimostra la situazione di disequilibrio finanziario dei bilanci provinciali e il rischio di “dissesto indotto” per i tagli previsti dalle Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato “legge di stabilità 2015”, che non consente l’approvazione dei bilanci di previsione 2015, il Consiglio delle Autonomie della Toscana ha approvato un documento con cui segnala la situazione dei bilanci provinciali al Presidente della Regione Toscana, ai Sindaci dei Comuni della Toscana, ai Presidenti delle Province della Toscana, al Sindaco della Città metropolitana di Firenze, al Coordinamento nazionale permanente dei Consigli delle autonomie locali, alle Associazioni degli enti locali della Toscana.
Questo il testo del documento del CAL:
Le Province della Toscana, a seguito di una loro formale richiesta, sono state ricevute in data 1° aprile 2015 dalla Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per la Toscana – nella cui sede è stata illustrata e consegnata al Presidente D’Auria la documentazione relativa al rischio di “dissesto indotto”, con proiezioni condivise dalla Regione Toscana, cui i nuovi enti di area vasta sono soggetti per i tagli della L. 190/2014, tali da determinare una situazione finanziaria che non consente l’approvazione del bilancio di previsione 2015 (e del triennale 2015, 2016 e 2017) nei termini previsti dalla legge (30 luglio del corrente anno). La documentazione posta all’attenzione del Consiglio delle autonomie locali è la stessa fornita alla Corte dei conti, ulteriormente aggiornata a seguito della recente approvazione dei bilanci consuntivi 2014, che è avvenuta o sta avvenendo in tutte le Province toscane. Anche a seguito di questo aggiornamento si confermano i dati: otto province su nove, non essendo in grado di presentare ed approvare un bilancio in equilibrio per il 2015, si troveranno costrette ad attivare gli atti amministrativi di predissesto con avvio di procedura formale da parte del Consiglio provinciale.
Due sono le conseguenze di questa procedura: 1) essendo un “dissesto indotto” da fattori esterni all’amministrazione (tagli legge di stabilità 2015), non sembrano applicabili le casistiche previste dal Testo unico degli enti locali. 2) Causando un “dissesto generalizzato di comparto” si ha la certificazione del fallimento della L. 56/2014 e la non attuazione dell’Ente di area vasta.
Le Province della Toscana si trovano, caso unico in Italia, con una legge regionale in corso di attuazione, la l.r. 22/2015, in una realtà dove la scelta della Regione è stata quella di riprendere il massimo delle funzioni delegate alle province e di attribuirne una minima parte ai comuni. Perciò le province non possono più esercitare tali funzioni, eppure, continuano a svolgerle e a pagare il personale connesso, compreso quello individuato che seguirà la funzione trasferita.
È in questo contesto che vanno collocati e denunciati gli effetti istituzionali, economici e sociali del default delle Province nei rispettivi territori e per l’intera Regione. Le Province con la L. 56/2014 hanno assunto la nuova configurazione di enti di Area Vasta – enti locali di secondo livello, rappresentativi di tutti i comuni del proprio territorio – e rappresentano la prima vera innovazione del sistema locale in grado di semplificare l’architettura istituzionale, facendo della Provincia “una grande unione di comuni” preposta non soltanto alla gestione delle funzioni fondamentali indicate dalla legge Delrio, ma anche di quelle utili ai comuni nella erogazione dei servizi al cittadino e per l’economia del territorio. Peraltro, la situazione della Toscana non appare dissimile da quella che complessivamente sta emergendo dal panorama della maggior parte degli enti di area vasta: nella prospettiva triennale, le Province saranno chiamate a destinare integralmente il gettito dei loro tributi propri (RC auto, IPT e Tefa) allo Stato per complessivi 3,7 miliardi (3 miliardi come previsto da legge di stabilità oltre a 700 milioni per incapienza del fondo sperimentale di riequilibrio delle Province).
Il quadro finanziario, senza un provvedimento urgente che garantisca le risorse per assicurare il percorso di attuazione della legge Delrio, non solo provocherà un progressivo default degli enti su tutto il territorio, ma nel contempo porterà ad un azzeramento della capacità di investimento, prioritariamente rivolte a strade, scuole e dissesto idrogeologico, di Province e Città metropolitane, con chiare conseguenze in termini di sicurezza degli studenti e dei cittadini e con gravi potenziali responsabilità nei confronti dei dirigenti e degli amministratori. Questa situazione è stata perfettamente colta nel documento predisposto dalla Corte dei conti – Sezione autonomie locali, concernente l’esame delle tematiche relative al riordino, pubblicato ai fini della relazione al Parlamento: i dati in possesso della Corte, grazie anche alle attività di questi mesi delle Sezioni regionali, mettono autorevolmente e innegabilmente in luce anche i seguenti aspetti:
• le criticità afferenti il fondo sperimentale di riequilibrio, progressivamente eroso dalle
riduzioni previste per legge;
• la forte contrazione della spesa corrente e degli investimenti;
• il progressivo deterioramento della finanza provinciale e il venir meno della possibilità di
programmazione;
• difficoltà a garantire la percorribilità dei piani di riequilibrio per via delle continue manovre finanziarie, viste quali fattori esogeni che non consentono una sufficiente sostenibilità dei
piani stessi;
• evidente incompatibilità tra la riforma istituzionale recata dalla legge 56/2014 e la manovra complessivamente posta a carico degli enti di area vasta.
Pertanto il Consiglio delle autonomie locali, quale sede di rappresentanza unitaria degli enti locali, può e deve rappresentare ai livelli istituzionali responsabili regionali e nazionali l’urgenza di disciplinare:
– la predisposizione di un bilancio previsionale di transizione per il 2015 e la rivisitazione dei criteri finanziari attuali per rendere possibile la predisposizione della programmazione finanziaria triennale 2015-2016-217;
– la cancellazione delle sanzioni per gli enti che non hanno rispettato gli obiettivi programmatici del patto di stabilità 2014;
– l’applicazione, già in fase di predisposizione di bilancio, dell’avanzo come rideterminato a fronte del riaccertamento straordinario dei residui;
– la possibilità di accertare, in misura “convenzionale” le risorse spese e destinate a funzioni non fondamentali che sono in attesa di riordino, a fronte di una successiva copertura da individuare a carico degli enti nuovi titolari delle funzioni riordinate.
Questi interventi sono ormai urgenti e indispensabili per garantire la predisposizione di bilanci 2015 in grado di mantenere gli equilibri finanziari, alla luce delle disposizioni in materia di personale e di contributo alla finanza pubblica contenute nella legge di stabilità 2015, per garantire agli amministratori delle province la possibilità di assolvere ai compiti a loro assegnati per legge e di rispondere delle responsabilità che ne discendono, per mantenere la necessaria efficienza organizzativa degli enti, a partire dalla possibilità di assicurare le competenze e le responsabilità dirigenziali essenziali per l’esplicazione delle funzioni.
Il Consiglio delle autonomie locali della Toscana si farà promotore verso la Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per la Toscana affinché possa assistere le Province toscane per individuare tutti i percorsi contabili e giuridici attivabili al fine di salvaguardare gli organi istituzionali e di garantire il diritto al lavoro e alla salvaguardia della professionalità del personale in questo difficile impegnativo passaggio di transizione.
Nel loro documento le Province toscana comunicavano di essersi già rivolte alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti, per segnalare e dimostrare lo stato di disequilibrio finanziario dei bilanci provinciali.
L’iniziativa delle Province, supportata dai dati poi trasmessi al CAL, dimostrava che in mancanza di interventi adeguati la già presente situazione di squilibrio finanziario diverrà presto un vero e proprio dissesto per 8 enti di area vasta su 9.