«Se la sanità toscana è miope, le liste d’attesa però ci vedono benissimo»: fa dell’ironia, il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai che, dopo aver ricevuto segnalazioni da parte dei cittadini, torna ad attaccare il fenomeno delle liste d’attesa questa volta in particolare relativamente alle prestazioni diagnostiche e chirurgiche legate all’oculistica.Ma non solo.
Sì perché il cittadino che gli si è rivolto per sollevare i casi ha avuto la ventura di fare ambo: sua madre (77 anni, affetta da Alzheimer) ha una patologia curabile chirurgicamente ma tra la prima visita e l’intervento pare se ne passeranno, a andar bene, 13-14 mesi, e questo accade nella Asl2 di Lucca; sua figlia, che porta gli occhiali e necessita di controlli periodici, uscendo nel maggio scorso dalla visita specialistica presso un distretto della Asl8 di Arezzo ha ben pensato di riprenotarsi subito, ma l’appuntamento le è stato assegnato per il novembre 2016 ovvero 18 mesi dopo.
«La situazione è insostenibile – incalza Mugnai – anche perché i cittadini già pagano le tasse per ottenere servizio sanitario, poi pagano fior di ticket e in più, spesso, sono sospinti da questo andazzo verso la libera professione e dunque pagando di nuovo. Questo, più che diritto alla salute, è il suo opposto. E nulla si fa per contrastare un fenomeno particolarmente afflittivo per l’utenza ma anche remunerativo per le Asl che vedono un incremento del ricorso all’intramoenia».
Mugnai ha dunque esposto i due casi nel dettaglio entro un’interrogazione a risposta scritta in cui alla giunta regionale domanda, in particolare, se lo stato di cose sia ritenuto «compatibile con il rispetto alla salute dei cittadini toscani» per poi invocare «iniziative urgenti per contenere il fenomeno delle liste d’attesa in sanità».