Anche l’Urbat (Unione Regionale per le bonifiche, l’irrigazione e l’ambiente della Toscana) protagonista a Festambiente, il festival promosso da Legambiente, con una mostra dedicata al lavoro dei Consorzi per la tutela della biodiversità. La manifestazione si tiene da oggi al 19 agosto a Rispescia (Gr), nel Centro nazionale per lo sviluppo sostenibile di Legambiente “Il Girasole”, alle porte del Parco regionale della Maremma e a pochi chilometri da Grosseto.
Lo stand di Urbat ospita “Intorno al fiume. La cura del territorio per la biodiversità”, una mostra fotografica che raccoglie gli scatti di Tiziano Cei, Gianfranco Cinelli ed Ernesto Giannini (foto), dedicata alle moltissime specie animali che vivono lungo i fiumi e i canali gestiti dai Consorzi di Bonifica. Un’iniziativa che permetterà di illustrare il lavoro dei Consorzi a difesa della biodiversità e di avviare una riflessione e un confronto sulle modalità d’intervento più ecocompatibili.
Ai Consorzi spetta infatti il difficile compito di gestire e mantenere efficienti opere artificiali realizzate proprio per modificare un equilibrio naturale esistente, senza le quali case e terreni sarebbero minacciati da frane e allagamenti: prosciugamento di aree paludose, costruzione di argini, realizzazione di impianti irrigui. Tutte azioni che trasformano gli habitat e hanno un impatto sulle specie animali e vegetali che li abitano.
Ma i Consorzi hanno anche ben presente che i tutti i corsi d’acqua non sono solo contenitori da tenere puliti e in efficienza, ma rappresentano veri e propri mondi ricchi di vita. Per questo è stato intrapreso un percorso che arricchisse la cultura ecologica di tecnici, operatori e di tutti coloro che vivono i corsi d’acqua, studiando, con il supporto e le sollecitazioni di cittadini e associazioni, nuove forme di manutenzione mirate a preservare gli habitat delle specie presenti sulle sponde e nell’acqua.
Così, ogni progetto per ogni nuova opera tiene in considerazione le esigenze di tutte le specie animali e non solo dell’uomo, sia attraverso l’utilizzo sempre crescente di tecniche di ingegneria naturalistica, con l’obiettivo di rendere gli interventi il più dolci possibili ed evitare di stravolgere gli equilibri esistenti, sia collaborando con enti di ricerca e associazioni per ridurre l’inquinamento delle risorse idriche attraverso la sperimentazione di sistemi di fitodepurazione.