Le società destinatarie delle perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta della procura di Arezzo su Banca Etruria operano nei settori più diversi, dalle costruzioni di edifici alla compravendita di beni. L’attività degli investigatori è tesa ad accertare i rapporti tra esse e alcuni manager di banca Etruria. Tutte le informazioni raccolte, rende noto la procura, “saranno comparate con quelle già acquisite, al fine di valutare la sussistenza di condotte omissive tese a celare interessi sottostanti fra i soggetti interessati e le società che hanno ricevuto affidamenti, non restituiti, che hanno generato una sofferenza o una perdita per la banca”. Le 14 società sono risultate “assegnatarie di affidamenti deteriorati, ovvero interessate a qualsiasi titolo all’erogazione di essi”.
Le informazioni raccolte, ha reso noto la procura, «saranno comparate con quelle già acquisite, al fine di valutare la sussistenza di condotte omissive tese a celare interessi sottostanti fra i soggetti interessati e le società che hanno ricevuto affidamenti, non restituiti, che hanno generato una sofferenza o una perdita per la banca». Le 15 società sono risultate «assegnatarie di affidamenti deteriorati, ovvero interessate a qualsiasi titolo all’erogazione di essi».
Alle perquisizioni sono interessate società che si trovano in Toscana, Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna. La perquisizione, ancora in corso, è finalizzata all’acquisizione di documenti e materiale utile a ricostruire i collegamenti tra le società e la banca e rientra nel filone di inchiesta relativo all’eventuale conflitto di interesse sui finanziamenti concessi.
Rosi e Nataloni sarebbero indagati per «omessa comunicazione del conflitto di interesse»
Rosi e Nataloni sono indagati dalla procura di Arezzo per «omessa comunicazione del conflitto di interessi». In pratica non hanno reso noto al Cda che autorizzò la concessione dei fidi di avere un ruolo all’interno delle aziende. Il loro comportamento, per la procura, è aggravato in quanto quei finanziamenti hanno generato perdite per 18 milioni di euro. Come afferma il Corriere.it che questa mattina ha anticipato la notizia, tra le aziende sottoposte a perquisizione, alcune sono specializzate nella costruzione e la gestione degli outlet, nuova attività di Rosi con la sua Egnatia Shopping Mall. Uno dei soci di questa azienda è la Castelnuovese mentre il socio di riferimento è la Nikila Invest, a sua volta titolare di una quota del 40% nella Party srl: socio è Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio, mentre la madre Laura Bovoli è amministratore unico.
Fonte Ansa-Sole24 ore