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Ferenc Puskás Signa 1914 inaugura il centro sportivo con l’ambasciatore ungherese e Butraguen͂o

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Si è tenuta questa mattina, sabato 14 maggio, la cerimonia di inaugurazione del centro sportivo di via del Crocifisso a Signa, intitolato al grande Ferenc Puskás. La cerimonia, accompagnata dalle note dell’inno ungherese e italiano eseguite dalla Filarmonica Giuseppe Verdi di Signa ha visto gli interventi delle autorità moderati dai giornalisti Fabrizio Borghini e Mario Tenerani. Erano presenti: Péter Paczolay ambasciatore ungherese, Eugenio Giani presidente del Consiglio regionale della Toscana, Paolo Bambagioni consigliere regionale, Alberto Cristianini sindaco di Signa, Marinella Fossi assessore allo sport del Comune di Signa, Vittorio Taborra comandante della compagnia dei Carabinieri di Signa che ha portato i saluti del Generale di Brigata Emanuele Saltalamacchia comandante della Legione Carabinieri Toscana, Beppe Bonardi presidente onorario della SS Signa 1914, Giampiero Morandi presidente della SS Signa 1914, Andrea Ballerini direttore generale della SS Signa 1914.

Alla giornata hanno partecipato inoltre, in qualità di ospiti, Reka Damborena Puskás nipote di Ferenc Puskás e Edit Székely, direttrice del Programma Ungherese per Expo Milano 2015. Tanti anche gli ospiti dal mondo dello sport, da Egisto Pandolfini a Kurt Hamrin che hanno affrontato Puskás sul campo, rispettivamente nella nazionale italiana e svedese. György Szöllősi direttore della Puskás Academy, associazione calcistica ungherese nata proprio in memoria del fuoriclasse ha mandato un messaggio per esprimere la propria partecipazione all’iniziativa, mentre da Madrid è arrivato, oltre  alla stendardo del Real, un videomessaggio di Emilio Butraguen͂o, direttore generale del Real Madrid, che ha ringraziato, anche a nome del presidente e di tutto il Club, per la decisione di intitolare il campo sportivo a Ferenc Puskás «che ha segnato la storia del calcio mondiale e il periodo di maggiore successo nella storia del Real Madrid». «Quando il suo futuro era incerto – afferma inoltre Butraguen͂o nel video, la cui trascrizione è stata letta da Beppe Bonardi nel corso della cerimonia – Puskas trovò la famiglia Bonardi che lo ospitò con l’affetto tipico degli italiani e in particolar modo dei toscani. Poi si aggregò al Real Madrid, dove riscoprì il mondo del calcio e contribuì alla grande storia della società».

Al termine degli interventi, è stata svelata ai presenti la targa in bronzo che raffigura Ferenc Puskás in un’azione di gioco, opera donata dallo scultore Piero Ciaramelli e fusa a Signa dal fonditore d’arte Guido Manetti. Accanto all’effigie di Puskás, una dedica suggella l’amicizia tra il calciatore ungherese e Signa: un’amicizia iniziata nel 1958 con e di cui il campo a lui dedicato segna il coronamento. Il grande campione ungherese scomparso nel 2006 che nella sua carriera ha militato con la Honved e con il grande Real Madrid di Gento e Di Stefano, il 23 gennaio 1958 ha infatti indossato la maglia del Signa 1914 in un’amichevole contro l’Empoli che è rimasta negli annali della cittadina.

 

«La nostra famiglia –  ha spiegato Beppe Bonardi – ha avuto il piacere di ospitare Puskás qui a Signa per una ventina di giorni. Mio padre Renato fu contattato da un amico che aveva un albergo a Bordighera dove Puskás era approdato in seguito alla squalifica (arrivata per la decisione di non tornare in Ungheria alla luce degli sviluppi della Rivoluzione ungherese del 1956) alla ricerca di un ingaggio. Fu in quell’occasione che indossò la maglia del Signa contro l’Empoli. In quel periodo, mio padre Renato, che era in stretti legami con la Fiorentina caldeggiò l’approdo in maglia viola di Puskas ma la cosa non andò in porto perché prevalsero ragioni di politiche». Bonardi ha poi voluto ringraziare l’ambasciatore Paczolay per averlo messo in contatto con la dirigenza del Real Madrid, prima di leggere la traduzione del video messaggio che Emilio Butraguen͂o, “el Buitre”, ha registrato e inviato per l’occasione.

 

«Ringrazio l’ambasciatore ungherese – ha detto il sindaco Cristianini – per aver condiviso con noi questa giornata in cui vedo tanti sportivi che rappresentano la storia di quello sport meraviglioso che è il calcio». Poi si è rivolto ai ragazzi, spiegando come il campo sia dedicato proprio ai più giovani, «al futuro della comunità e ai valori che lo sport rappresenta. Ringrazio la società che ha donato a Signa questo bellissimo spazio, dopo averci dato la soddisfazione della permanenza della squadra in Eccellenza. Il Comune ha dimostrato di credere in questa operazione e continuerà a farlo».

 

«Sono particolarmente emozionata – ha commentato Marinella Fossi – perché la giornata di oggi segna il coronamento di un sogno, un progetto iniziato sette anni fa che ha visto lavorare in sinergia l’amministrazione comunale, la società sportiva e un grande gruppo di volontari. Un lavoro di quadra che ha portato a questo bel risultato: oggi celebriamo lo sport puro, l’amicizia, l’aggregazione e il futuro, sia dei giovani sia di questa nuova zona di Signa, un quartiere che ha grosse potenzialità e che comincia ad assumere un nuovo volto».

 

«Beppe Bonardi – ha commentato Eugenio Giani – rappresenta perfettamente i valori autentici dello sport a cui si dovrebbe tendere. Quando mi ha raccontato la storia di Puskas ho colto subito il legame con la straordinaria storia di libertà che è quella dell’Ungheria. Puskas aveva trovato un approdo nel calore della famiglia Bonardi e aveva riconosciuto lo stesso calore in quella Fiorentina d’altri tempi di cui oggi abbiamo qui rappresentanti come Hamrin e Pandolfini. Questo impianto è il segno tangibile della sua presenza in Toscana, un ponte che collega l’Italia all’Ungheria e Firenze a Budapest: per questo vorrei ringraziare di cuore tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questo impianto, che ha un profondo valore sportivo e culturale».

 

«Oggi, il patrimonio pubblico si arricchisce grazie a questa struttura che punta tutto sulle nuove generazioni – ha detto Paolo Bambagioni -. Con l’ingresso di Andrea Ballerini e Edoardo Coli c’è stato un cambio generazionale nella dirigenza, che ha dato nuova linfa alla società, guidata dall’esperienza di Giampiero Morandi e Beppe Bonardi. Vorrei ringraziare Marinella Fossi che ha avuto un ruolo fondamentale e Luca Vignozzi per il suo contributo, insieme a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di quest’impianto. Quello che vorrei sottolineare è che dopo trent’anni, con tutte le difficoltà che una società dilettantistica si trova ad affrontare, la nuova dirigenza è riuscita a riavvicinare la società sportiva al cuore dei signesi».

 

«Vorrei chiamare accanto a me Edoardo Coli – ha esordito Andrea Ballerini – senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile. Sono molto emozionato oggi perché questo in questo campo c’è il lavoro di tante persone ognuna delle quali ha dato il proprio contributo nei modi più disparati. Nessuno pensava che in tre anni (dall’ingresso della nuova dirigenza) si potesse arrivare a questo. Il Signa è di tutti e credo che il paese lo abbia riscoperto ed è con questo spirito che dobbiamo andare avanti: questo è solo l’inizio e abbiamo bisogno di tutte le forze possibili».

 

«Vorrei rivolgermi a tutti i bambini qui presenti – ha detto Giampiero Morandi -: questo spazio è per voi, uno spazio dove giocare ed imparare, attraverso lo sport, l’educazione e i valori veri». Morandi ha poi ricevuto simbolicamente da Sandro Fois, presidente della Pubblica Assistenza di Signa un defibrillatore che l’associazione di volontariato ha donato al nuovo impianto.

 

«Questo impianto – ha concluso Péter Paczolay – è un regalo per l’Ungheria e per gli ungheresi. Puskás è l’ungherese più famoso al mondo: l’evento simbolico che lo ha visto indossare la maglia del Signa crea un ponte ideale fra Ungheria e Italia, Budapest e Firenze. Quest’anno poi ricorrono i 60 anni dalla Rivoluzione Ungherese del 1956 che sarà celebrata con una serie di eventi anche a Firenze: vorrei ricordare l’accoglienza degli italiani nei confronti degli ungheresi. Vorrei dire grazie quindi, per l’intitolazione del campo al campione ungherese ma anche per l’amicizia che gli italiani hanno mostrato verso il nostro popolo sessant’anni fa come oggi».

 

 

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