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Balneari, regolamento per il rinnovo delle concessioni fino a 20 anni con investimenti

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La Regione Toscana vara il regolamento per il rinnovo delle concessioni demaniali per i balneari. Ad annunciarlo è stato, oggi, al termine della seduta della Giunta regionale l’assessore con delega al Turismo, Stefano Ciuoffo. Il nuovo strumento normativo consente ai Comuni di poterrinnovare la concessione da 6 a 20 anni in favore di quegli imprenditori, concessionari, che presenteranno un congruo piano di investimenti. Una misura che riguarda 930 titolari, che nel 2020 rischierebbero di trovarsi “all’anno zero”, secondo l’espressione stessa coniata dall’assessore, a seguito della scadenza della proroga accordata dal Governo. Dilazione che, peraltro, è entrata nel mirino della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e che, di conseguenza, potrebbe essere dichiarata inefficace già nei prossimi mesi.

Un terzo dei concessionari ha già attivato questa procedura, la quale tutela con una sorta di clausola di salvaguardia chi dovesse essere ‘aggredito’ da un’offerta concorrente. In effetti, in questo caso, il Comune potrà ricorrere alla procedura comparativa nella quale ci sarà un diritto di precedenza riconosciuta al proprietario uscente dello stabilimento. Qualora, poi, quest’ultimo dovesse soccombere andando a comparare il valore delle offerte, il vincitore dovrebbe rifondergli il 90% del valore dell’azienda, andando a rimborsare, quindi, gli investimenti nel frattempo effettuati dal balneare. Potranno essere presentati anche progetti coordinati fra più stabilimenti e verranno considerati investimenti sia le opere di manutenzione ordinaria che straordinaria.

spiaggia_ombrelloni_rivieraA spiegare il merito politico di questo intervento è stato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: “Non obblighiamo nessuno- ha chiarito ai giornalisti, durante un briefing-, diamo un’opportunità nel quadro legislativo esistente, in grado di risolvere delle incertezze esistenti, legate alla mancata pronuncia finora in Europa sulla proroga”, nell’applicazione della direttiva Bolkestein. La norma comunitaria che sancisce l’obbligo delle aste. “Il rinvio sarebbe comunque fino al 2020, e possiamo capire quanto il tempo passi rapidamente. Non c’è nessun obbligo– ha insistito-. Diciamo che se uno vuole presentare un progetto per assicurarsi altri 20 anni per rimodernare e offrire qualcosa di nuovo e di bello bene. Del resto, lo strumento dell’esposizione al bando non è una gara, e il demanio è un bene pubblico”. La rassicurazione, peraltro, arriva dalla controprova: “Non mi risulta che ci siano mai stati casi in cui si sia presentato uno sfidante. Lo dobbiamo anche grazie ai meccanismi individuati dai nostri uffici”.

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