L’Annunciazione di Filippo Lippi è tornata nella basilica fiorentina di San Lorenzo grazie al contributo della Fondazione Friends of Florence. Ricollocato nella Cappella Martelli dopo un lungo e delicato restauro, il dipinto è uno dei capolavori del Rinascimento toscano. La tavola di Lippi è stata restaurata da Lucia Biondi e per la parte lignea da Roberto Buda, sotto la direzione tecnico-scientifica di Monica Bietti, funzionario della Soprintendenza Belle Arti.
Il 12 novembre 2014 il dipinto era stato rimosso dalla sua collocazione storica nella Cappella Martelli per affrontare il restauro. Con la rimozione dei materiali alterati, il dipinto ha acquisito nuovamente i suoi valori di luminosità e rigore prospettico che lo caratterizzano.
Il restauro ha permesso alla tavola il recupero delle aureole originali al di sotto delle ridipinture nella pala principale e il rinvenimento di alcuni dettagli di toccante realismo che erano andati perduti nelle scenette della predella, più rovinata e ridipinta, come le tre sfere dorate nella storia centrale dell’elemosina o il viso del terzo condannato nell’episodio di sinistra con l’esecuzione.
“Il restauro urgente e doveroso ha permesso di restituire completa leggibilità al dipinto e di indagare la tecnica esecutiva dell’opera realizzata da Filippo Lippi all’interno della sua prolifica bottega – ha affermato Monica Bietti – Le indagini effettuate hanno rivelato importanti particolari creativi e costruttivi; gli studi intrapresi stanno portando a risultati interessanti e inediti per la conoscenza del capolavoro”.
La soprintendente Alessandra Marino ha detto: “Uno dei più affascinanti dipinti del Rinascimento fiorentino torna, dopo un lungo e complesso restauro, nella basilica che è ugualmente monumento di quella altissima stagione d’arte e di cultura, ricostituendo nella sua unitarietà la cappella che fu della nobile famiglia dei Martelli, patrocinatori della ricostruzione della chiesa a fianco dei Medici. Il restauro sostenuto dai Friends of Florence testimonia non solo della grande sensibilità di questa Fondazione internazionale per la città e per il suo territorio, ma di come si riconosca in questi luoghi e in queste opere un patrimonio che è di tutta l’Umanità, e che tutti, assieme, dobbiamo tutelare e tramandare alle generazioni future”.