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Intitolata a Ilaria Alpi la sala stampa mobile del volontariato toscano

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È stata intitolata alla memoria di Ilaria Alpi, la giornalista del TG3 Rai assassinata in Somalia nel 1994 insieme al collega operatore Milan Hrovatin, la sala stampa mobile inaugurata stamani presso il campo logistico della Protezione civile regionale a Cornillo Nuovo, frazione di Amatrice assegnata alla Toscana insieme all’altra frazione di Musicchio per l’assistenza della popolazione.

La gestione della sala stampa è curata dal Nucleo di documentazione delle Pubbliche assistenze toscane, ma la collaborazione è estesa anche agli altri movimenti di volontariato che compongono il coordinamento regionale. La targa è stata apposta stamani dall’assessore regionale alla Protezione civile Federica Fratoni, che stamani era presente insieme al presidente delle Pubbliche Assistenze Attilio Farnesi. “Stiamo lavorando per far fruttare al meglio questa opportunità di collaborazione che mette insieme una grande forza del volontariato, un gruppo di esperti professionisti dell’informazione e la Regione – ha sottolineato Fratoni – Potremo così fornire, in caso di interventi della colonna mobile regionale a favore delle popolazioni colpite da eventi calamitosi, un livello ancora più completo di informazione collegando e integrando l’attività istituzionale già fornita dall’agenzia di informazione della Giunta regionale Toscana Notizie”.

“La protezione civile – ha detto Farnesi- si sta specializzando sempre di più. Non dimentichiamo il nostro primo valore, ossia fornire assistenza a chi si trova in difficoltà, ma i nostri volontari possono dare il loro contributo puntando anche su ambiti innovativi”.

L’assessore Fratoni, accompagnata dal responsabile della Protezione Civile regionale Riccardo Gaddi, ha poi incontrato e salutato ancora una volta i volontari all’opera nell’area, cui in questi giorni si sono unite le squadre dei tecnici del settore Sismica chiamate a valutare l’agibilità degli edifici nell’area colpita dal sisma: “L’esperienza dei due campi che stiamo vivendo qui ad Amatrice – ha detto Fratoni – ci induce ad una riflessione sulle modalità di intervento sulla popolazione in situazioni come queste, che si intrecciano con l’esperienza dell’accoglienza diffusa divenuta modello a livello nazionale”.

“Campi più piccoli, localizzati e ”personalizzati” come quelli che abbiamo messo in piedi qui – ha concluso l’assessore – diventano riferimenti per i cittadini, e consentono livelli di socializzazione e conservazione di contatti che sono sicuramente di aiuto a superare l’inevitabile trauma che scuote le persone e i loro rapporti dopo tanta paura e la perdita di pezzi di vita. Ringrazio ancora una volta per l’impegno messo in quest’opera i volontari e il personale della Regione”.

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