Sono 4 le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del tribunale di Firenze Erminia Bagnoli (tre fino a ora eseguite) nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla guardia di finanza su società e cooperative operanti nel settore delle pulizie e facchinaggio con sede a Firenze e ramificazioni in varie città. Associazione per delinquere, frode fiscale, bancarotta, emissione di false fatture, evasione dell’Iva, mancato versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dei dipendenti, alcuni dei reati contestati, a vario titolo, anche ad altre 15 persone indagate.
17 le perquisizioni effettuate dalle fiamme gialle che hanno anche provveduto a sequestrare beni per oltre 18 mln di euro.
Tra questi il ristorante Donnini, nella centrale via del Proconsolo, vicino al Duomo di Firenze, affidato dal giudice a un amministratore. Grazie a prezzi concorrenziali l’organizzazione si assicurava appalti in varie città italiane per la pulizia e il facchinaggio di hotel e di alcune griffe.
Frode fiscale, la Finanza esegue 4 arresti. Perquisizioni anche a Verona
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erquisizioni domiciliari anche a Verona, oltre che a Firenze, Napoli, Parma, Viareggio e Pistoia per un’operazione scattata questa mattina, 11 novembre, della guardia di finanza di Firenze che ha portato all’arresto di 4 persone, le cui iniziali sono: T.R. 62 anni, L.P. 39 anni, G.G. 60 anni e L.E. 52 anni. Per loro l’accusa è di frode fiscale e bancarotta fraudolenta. Tra gli arrestati, 3 sono radicati nella provincia di Napoli (tra cui 1 commercialista) mentre il quarto, risultato essere ideatore ed organizzatore della truffa scoperta dalle Fiamme Gialle, è residente in Firenze.
Gli arresti scaturiscono da un’articolata indagine avviata nel 2013 dai finanzieri di Pontassieve a seguito di un’attività di verifica fiscale eseguita nei confronti di una società cooperativa (Blu Coop. Soc. Coop.) di Figline Valdarno e hanno riguardato una società (General Service Spa), con sede a Firenze, la quale era riuscita ad aggiudicarsi molteplici contratti di appalto, praticando prezzi particolarmente concorrenziali. I lavori venivano subappaltati ad una galassia di altre imprese (in totale 38) che non versavano alcuna imposta all’erario ed omettevano sistematicamente il versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali a favore del personale dipendente. Le stesse erano amministrate da prestanome e in alcuni casi anche da persone aventi false identità che, dopo aver accumulato rilevantissimi debiti fiscali e contributivi, trasferivano la propria sede nel napoletano facendo perdere così le proprie tracce, fallendo o cessando l’attività.
I soggetti indagati sono 15 e per loro l’autorità giudiziaria ha riconosciuto l’aggravante del reato dell’associazione per delinquere. La frode fiscale accertata è stata quantificata a circa 107 milioni di euro. I provvedimenti hanno riguardato anche il sequestro cautelare di immobili, (oltre al ristorante Donnini)automezzi, quote societarie e denaro contante nella disponibilità dei responsabili per un valore complessivo di oltre 18 milioni di euro.