Sul finire del 2017 l’export italiano verso gli Stati Uniti ha messo il turbo, ma, allo stesso tempo, è inciampato nella mancanza di capacità aerea. Un bel problema che gli operatori del commercio non registravano da una quindicina d’anni e che potrebbe tradursi in un grave danno per l’economia. A confermarlo è la società fiorentina Savino del Bene, il più grande gruppo di spedizioni a capitale italiano, che pesa un quarto dell’export nazionale, con un fatturato di 1,4 miliardi nel 2016.
A spiegare la situazione è il proprietario Paolo Nocentini: “La maggior parte delle merci si esporta con gli aerei passeggeri, solo una parte residuale va con i cargo. Il problema nasce perché quest’anno stiamo registrando un picco di richieste legato al Natale, ma allo stesso tempo sono calati i voli per mancanza di passeggeri”.
Gli aerei in partenza da Milano, Parigi, Monaco e Francoforte, infatti, si sono ridotti – da una parte perché siamo nel periodo invernale, ma anche per il calo di passeggeri – e quindi non sono più sufficienti a trasportare negli Usa tutta la merce richiesta nel Nuovo Continente in vista del Natale. Morale della favola: i gruppi di spedizioni devono aspettare settimane in attesa che ci sia posto sui voli, oppure sono costretti a noleggiare cargo privati per tamponare la situazione.
Soluzione questa che comporta costi di esportazione triplicati rispetto al normale. “Il trasporto merci sui voli passeggeri – spiega ancora Nocentini – è venduto dalle compagnie a prezzi stracciati perché il guadagno lo fanno con i biglietti venduti ai clienti”.
Per affrontare l’emergenza del periodo prenatalizio, Savino Del Bene ha deciso di noleggiare tre aerei cargo per trasportare migliaia di chili di merce richiesta negli Usa. Il primo charter, Airbus 330 è partito il 5 dicembre da Pisa, direzione New York con una capacità di 50mila chili di merce; il secondo Airbus è decollato il 13 dicembre da Milano Malpensa per New York; il terzo è datato 19 dicembre sempre sulla tratta Malpensa-New York con 100mila chili di prodotti Made in Italy. A questo si aggiunge il charter, un Boeing 777 con una capacità di 80mila chili, partito nella notte tra il 14 e 15 dicembre sulla rotta Hong Kong-Milano per tamponare le criticità che stanno emergendo anche tra Asia e Italia.
E sui prossimi mesi resta una pesante incognita. A gennaio infatti dovrebbe calare la richiesta di merce, ma allo stesso tempo rischia di diminuire ancora il numero dei passeggeri per i voli verso gli Stati Uniti dal momento che, passate le feste, le persone viaggiano meno. “L’emergenza potrebbe proseguire anche a gennaio – dice Nocentini – navighiamo a vista. La nota positiva è che l’export italiano è in grossa ripresa, l’Istat registrerà un boom per le esportazioni degli ultimi mesi dell’anno”.
Ed è proprio per questo motivo che la carenza di capacità aerea, che frena la partenza dei prodotti Made in Italy, è una grossa preoccupazione per le aziende e potrebbe aver pesato negativamente sulla performance dell’export toscano che ha negli Usa il primo mercato di sbocco grazie alle sue eccellenze nel campo della meccanica, del vino, della farmaceutica e della moda.
Secondo i dati Istat sulle esportazioni regionali, infatti, la Toscana ha rallentato la corsa sui mercati esteri rispetto alla prima metà dell’anno: +6,1% nei primi nove mesi a fronte del +8,8% del primo semestre. E i segnali di affaticamento dell’export toscano arrivano in particolare proprio dagli Stati Uniti. All’interno del +6,5% segnato dalle esportazioni verso i Paesi extra Ue, lo scambio con gli Usa registra un vero crollo: -4,9%.