Lessona, un paesino nel Nord Est piemontese in provincia di Biella, è un luogo di grande carattere dove il Nebbiolo ha una declinazione molto particolare, alternativa alla Langa, ma altrettanto elegante. Le origini di questo vitigno sono assai blasonate se si pensa che un tempo fu definito “il vino d’Italia” perché scelto dall’allora Ministro delle Finanze, Quintino Sella, al posto dello Champagne per brindare all’Unità d’Italia dopo la presa di Roma nel 1870.
Mario Gignoni
La degustazione di questa settimana è dedicata all’azienda Pietro Cassina, che non avevamo mai conosciuto sinora, la cui proprietà si estende su una superficie di circa sei ettari dove viene applicato un certo diradamento per ottenere concentrazione dalle uve. I vigneti sono vitati per la maggior parte a Nebbiolo, oltre che a Vespolina (vitigni a baccarossa) ed Erbaluce (vitigno a bacca bianca). Lo stile di vinificazione è assai moderno, ma il risultato finale è un vino con caratteristiche abbastanza tradizionali. La batteria di etichette proposte dall’azienda è assai vasta, rossi, bianchi, bollicine. Noi ne abbiamo degustate tre.
Metodo Classico Millesimato 2014. Effettua una maturazione sui lieviti che va da un minimo di 24 ad un massimo di 48 mesi. Erbaluce in purezza dal colore giallo paglierino con riflessi leggermente verdeggianti. Il suo perlage è fine e persistente con una spuma leggera. Al naso mostra sentori di crosta di pane ed un bouquet floreale molto elegante. In bocca regala una bella acidità aromatica ed una buona persistenza.
Ciuèt Coste della Sesia Nebbiolo 2011. Colore granato scarico con sfumature arancio. Il naso mostra un legame plumbeo e carnale con la terra, fatto di bacca rossa, fieno bagnato e toni animali quasi selvaggi. La trama odorosa con il tempo si libera, ma l’intero complesso olfattivo stenta ad esprimere slanci o articolate sfaccettature. In bocca mostra ancora vivacità, un palato di freschezza e pulizia, per chiudere con interessanti toni marini.
Lessona Tanzo 2010. Imbottigliato dopo circa tre anni di invecchiamento, in botti ovali di rovere austriaco, è un’etichetta in produzione limitata. Il colore è quello dei vini antichi ed invecchiati, rosso granato molto scuro e cupo, con riflessi arancio. L’olfatto è uno specchio del colore: inizialmente ritroso e con accenti ossidati, poi lentamente scopre amarena in maturazione e sentori di foglie di pomodoro. In bocca il tannino si muove con leggiadra ruvidità e lo sviluppo della parte alcolica si fonde con un piacevole sentore di carne, ma la struttura non riempie e lo sviluppo rimane sfilacciato. Molto bello invece il suo lascito gustativo di pepe nero, in linea con una gradevole sensazione di equilibrio.