Toscana scombussolata nei suoi centri più tenacemente di sinistra dove per anni il Pci prima, i vari cespugli poi e il Pd infine, avevano avuto vittorie nette. Ora fatta eccezione per Poggio a Caiano, che ha eletto Francesco Puggelli al primo turno, il Pd ha incassato un bel po’ di ballottaggi alcuni dei quali che lasciano pochi dubbi sull’esito finale. Che dipenderà in gran parte dalle possibili, ma non facili alleanze. C’è chi dice che le scosse sismiche renziane che hanno fatto vacillare il partito della sinistra italiana, si stanno assestando. Ma certo per la sinistra questi risultati non sono da festa in piazza, ma da duro proseguo di trattative e di campagna elettorale.
Quello che in ogni modo risalta, è la prevalenza delle liste civiche, accorpate e no, che fanno pensare, ancora una volta, a un superamento decisivo dei partiti. E fa pensare anche l’eclisse verso la quale sta avviandosi Forza Itala. Il solo a non volerla vedere è Silvio Berlusconi, che non ha voluto eredi politici ai quali affidare il suo partito. Certo è l’affetto di un uomo che ha aperto la grande campagna del cambiamento della politica italiana e che forse affidandosi a consiglieri per lo più incapaci, più affaristi che politici, si è fatto mettere da parte. Così, mentre i signori sconosciuti degli anni Novanta a fine sono oggi rampanti imbonitori di seggi, il Silvio nazionale, fermato dai magistrati più che da battaglie politiche – un sistema che la sinistra ha sempre abusato per vincere – sta riflettendo sull’animo umano e suo suoi fedelissimi: un Amleto del nostro tempo. L’altro, che però sembra aver capito e si è ritirato nell’ombra, è stato invece Beppe Grillo che non sproloquia più. Una sorta di Re Lear.
Di Pisa, Massa e Siena si riparlerà il 24 giugno: una caterva di liste civiche anche in queste città dove le vecchie formule non pagano più, ma c’è chi ancora ci spera. In questo panorama, per il momento, l’unica che si impone davvero è la Lega che qui è il primo Partito, mentre Grillini e Pd mostrano d’essere in evidente difficoltà, chi sa se la vecchia proposta per il governo centrale non accettata non si concretizzi proprio qui in Toscana in un accordo spurio fra M5S e Nazareno. Sarebbe una sconfitta della politica di Renzi, ma sempre meglio che nulla.
Certo il problema è più del Pd che dei 5s. Il Nazareno deve ricostruire le sue compagini e deve farlo alla svelta , senza divisioni interne che adesso sono fortissime, ma penso non tali da portare fino all’olocausto. A Campi, comune duro e puro, tuttavia si va al ballottaggio fra la Quercioli, centro destra e Fossi, centro sinistra. Che farà Chini?
Insomma la Toscana al voto mostra gli artigli, ricerca il suo una volta anodino sinistrismo, ma non sembra ritrovarlo, mentre la Lega, estranea alla cultura politica di questa regione, cresce in maniera significativa.
E Firenze? Beh, Firenze non votava, sarebbe stato un test interessante per tutto il Paese, orfana del Giglio Magico, già con dualismi interni profondi per la scelta del nuovo sindaco, sconvolta da anni da lavori in corso senza fine, caotici, non razionali ,che l’hanno resta un agitato souk , sta preparando liste civiche a non finire. Il Primo a partire è stato Graziano Cioni, e lui non è mai stato uno da prendere sottogamba. Se saprà gestire bene i candidati il suo ‘Punto e a capo’ potrebbe funzionare. Basta non esageri coi revenant.